Dal Bangladesh al Pakistan, i migranti minorenni in Fvg.
È in crescita costante il numero di minori stranieri non accompagnati che raggiungono il Friuli Venezia Giulia attraversando il confine italo-sloveno: dalle 378 presenze registrate nel 2017 si è arrivati alle 554 unità del 2020 (443 erano state registrate nel 2018, 474 nel 2019). La nazionalità prevalente è quella costituita dai giovani provenienti dal Bangladesh (28,35% del totale), seguiti dai pakistani (25,3%), dai kosovari (22,6%) e dagli albanesi (11%). Riguardo l’età, il 99,8% dei migranti ricade nella fascia 14-17, solo un minore rientra nella fascia 11-13 e del tutto assenti risultano i bambini fino ai 10 anni.
È quanto emerge dal quadro compiuto dalla Regione sullo stato della situazione immigrazione in Fvg, analisi che al contempo evidenzia il calo del numero di richiedenti asilo e di presenze nei centri di accoglienza che dalle 4.491 unità del 2016 sono passati ai 3.007 del 2020.
I dati, riferiti dall’assessore regionale alla Sicurezza alla competente commissione consiliare che oggi ha espresso parere favorevole sul Piano immigrazione 2020, evidenziano come quello legato ai minori stranieri sia un fenomeno non solo in costante crescita e dalla gestione complessa poiché generato anche dalle sempre più frequenti dichiarazioni mendaci di chi, attraversando il confine per evitare le riammissioni nel territorio sloveno previste entro le 24 ore dagli accordi bilaterali tra i due
paesi, dichiara di essere minorenne, venendo così automaticamente
accolto presso le strutture regionali preposte, dove l’esame medico per l’accertamento dell’età viene eseguito solo dopo uno specifico decreto emesso nei giorni successivi dal Tribunale di riferimento.
Sulla base dell’analisi dei flussi migratori e della loro evoluzione, la Regione ha orientato gli interventi contenuti nel Piano immigrazione 2020, destinando uno stanziamento di oltre 7 milioni di euro a favore dei Comuni per la gestione delle presenze di minori stranieri e neomaggiorenni, rimborsando i programmi per la loro collocazione in idonee strutture che siano in grado di attestare la loro attività, a seguito del loro affidamento da parte del Tribunale per i minorenni. Come riferito in Commissione, secondo le stime compiute è pari a 65 euro il costo giornaliero medio per ogni minore straniero accolto in Friuli Venezia Giulia: 45 euro risarciti dallo Stato e i restanti 20 a carico delle municipalità, quota che la Regione intende coprire con la misura contenuta nel Programma per coadiuvare i Comuni in questa attività.
Il Programma stanzia ulteriori 100mila euro al completamento delle “Misure di raccordo con altri Stati” avviato nel 2019 per contenere l’arrivo di minori non accompagnati di nazionalità kosovara mentre con una dotazione di 50mila euro sostiene il progetto “Fvg contro la tratta” con cui la Regione è inserita nella terza edizione del bando emesso dal dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per promuovere programmi territoriali di prevenzione e contrasto al fenomeno della tratta e del grave sfruttamento degli esseri umani.
A margine dei lavori, la Regione ha condannato l’irruzione compiuta in Consiglio regionale da un gruppo di contestatori che, definendosi come afferenti al movimento CasaPound, ha eluso la sicurezza del palazzo di piazza Oberdan e interrotto l’attività della Commissione consiliare. Si è trattato, come è stato sottolineato, di un episodio inaccettabile, imprevisto e
non giustificato, che ha violato l’attività di un’istituzione abituata al confronto e all’ascolto democratico, tentando di delegittimarne l’operato proprio mentre stava affrontando un tema delicato e rilevante per la comunità, come quello legato ai flussi migratori.