Ancora pochi i bus elettrici in Friuli Venezia Giulia.
Da un lato, i mezzi pubblici del Friuli Venezia Giulia sono i più moderni (e quindi meno inquinanti) d’Italia, dall’altro, però, la regione è ancora molto indietro per quanto riguarda la diffusione dei bus elettrici. Il quadro emerge dall’Osservatorio per la Mobilità Sostenibile di Airp che ha analizzato i dati dell’Aci.
Per quanto riguarda l’elettrico, va detto che in generale è ancora poco diffuso nel nostro Paese: solo l’1,3% della flotta complessiva. Alcune regioni come Liguria (5,4%, con Genova che arriva all’8,6%), Piemonte (3,4%) e Lombardia (2,8%) stanno facendo progressi significativi, ma nel complesso il passaggio all’elettrico nel trasporto pubblico rimane una sfida aperta per tutto il Paese.
Il Friuli Venezia Giulia, in questo ambito, è praticamente fanalino di coda: se Molise e Valle d’Aosta ne risultano prive, la Basilicata si ferma allo 0,1 e il Fvg allo 0,3% del parco mezzi (come Campania, Calabria e Marche): nel 2023, su un totale di 1.712 autobus in regione, solo 5 erano elettrici, posizionando la regione tra le meno avanzate in Italia in questo ambito. Gorizia risulta la provincia più virtuosa, raggiungendo l’1% (due autobus elettrici su 207). Udine segue con lo 0,4%, mentre Trieste e Pordenone rimangono ferme a quota zero.
Di contro, il parco autobus regionale è tra i più “giovani”: il 77% dei mezzi circolanti in Fvg appartiene alle categorie Euro 5 o Euro 6, ben al di sopra della media nazionale del 44,7%. Questo posiziona la regione al primo posto, superando il Trentino-Alto Adige (73,1%) e la Lombardia (63,4%).
L’analisi si basa su un’indagine che ha esaminato i 52.000 autobus pubblici in circolazione nel Paese. Ne emerge che quasi la metà dei mezzi appartiene ancora alle categorie Euro 0-Euro 4, che risultano più inquinanti. Su scala nazionale, solo 23.000 autobus rientrano nelle categorie Euro 5 o Euro 6, sottolineando la necessità di investire nel rinnovo del parco mezzi, soprattutto al Centro-Sud, dove gli autobus Euro 4 o inferiori rappresentano una percentuale molto alta: 83% in Sardegna, 79,8% in Molise e 77,8% in Basilicata.