Laurea honoris causa a Sergio Mattarella e Borut Pahor.
L’Università di Trieste ha conferito oggi la Laurea Magistrale honoris causa in Giurisprudenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Borut Pahor, già Presidente della Repubblica di Slovenia, due personalità che stanno contribuendo a scrivere la storia della frontiera adriatica.
A motivare il doppio conferimento è, infatti, la politica di riconciliazione perseguita dai due Presidenti che ha reso l’area del confine orientale, segnata dalle ferite della storia del Novecento, un esempio di collaborazione tra popoli legati dalla comune appartenenza all’Unione Europea.
Questa la motivazione: “Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli. Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche”.
Il testo della motivazione è stato letto in italiano dal prof. Gian Paolo Dolso, Direttore di IUSLIT, il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione di UniTS che ha proposto il doppio conferimento della Laurea ad Honorem. La versione in sloveno è stata invece affidata alla professoressa Tereza Pertot.
Inserita nel più ampio contesto dell’allargamento dell’Unione europea ai Balcani occidentali e dell’azione politica e diplomatica condotta dai due Capi di Stato e dai loro predecessori Giorgio Napolitano e Danilo Turk, la celebrazione odierna conferma il ruolo dell’Università di Trieste come luogo di confronto e dialogo e costituisce una nuova occasione di incontro tra i due Presidenti, a dimostrazione della solidità di un rapporto proseguito anche dopo la conclusione del mandato di Pahor.
Negli anni sono state numerose, infatti, le iniziative che hanno visto protagonisti Mattarella e Pahor, quali la cerimonia “L’Europa luogo di superamento dei conflitti” nel centenario dell’unione di Gorizia all’Italia il 26 ottobre 2016 e l’incontro del 21 ottobre 2021 volto a celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica “Capitale europea della Cultura 2025”, un riconoscimento destinato ad accrescere il senso di unione delle due città, fino a trent’anni fa divise da un filo spinato.
Da ricordare come momento fondamentale della nuova stagione di relazioni tra Italia e Slovenia, modello di collaborazione per il continente europeo, anche il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020, con l’omaggio dei Presidenti ai luoghi simbolo delle tragedie dei totalitarismi.
Non è la prima volta che l’Università di Trieste conferisce ad un Presidente della Repubblica una laurea ad honorem: si ricordano Luigi Einaudi il 4 novembre 1954, in occasione del ritorno di Trieste sotto la sovranità italiana, e Antonio Segni nel 1963, alla soglia dell’istituzione e dell’avvio della Regione a statuto speciale.
La cerimonia è stata arricchita dall’esecuzione degli inni italiano, sloveno ed europeo a cura del Coro e Orchestra dell’Università degli Studi di Trieste, diretto da Riccardo Cossi. Hanno affiancato il Coro dell’ateneo alcuni componenti del Coro Vikra.
“Questa nobile iniziativa è un ulteriore passo del processo di pacificazione di questo territorio. Un percorso iniziato anni addietro con l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e proseguito nel 2010 con il concerto dei tre Presidenti a Trieste e nel luglio del 2020 con la riconsegna del Narodni dom alla comunità slovena e con la stretta di mano, divenuta storica, dei Presidenti Mattarella e Pahor. È sotto gli occhi di tutti come, grazie alla volontà di alcune importanti personalità, sia cambiata la storia del confine orientale e della stessa Europa” ha detto il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga.