La situazione in caso di lockdown solo ai no vax.
Sarebbero in tutto 250mila i no vax del Friuli Venezia Giulia che dovrebbero sospendere la vita sociale in caso di lockdown mirato. Se per adesso infatti la regione si è salvata dalla zona gialla, non è detto che lo sia per i prossimi giorni. “La settimana prossima saremo in zona gialla a meno che non ci sia una riduzione drastica delle ospedalizzazione, ma non credo proprio – ha dichiarato Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, durante il programma “Un giorno da pecora” -. La settimana successiva sarà inevitabile”.
La proposta.
Una situazione che sta mettendo a dura prova anche lo stesso governo che deve decidere se appoggiare o meno la nuova proposta avanzata da Fedriga e appoggiata dalla maggioranza. “L’idea che io e altri governatori abbiamo avanzato non è di maggiori restrizioni, ma il contrario – ha spiegato Fedriga sempre durante l’intervista -. Se lasciamo le cose come sono in zona arancione le restrizioni valgono per chiunque, non per nessuno. Noi diciamo: quest’anno abbiamo un’arma in più che è il vaccino, diamola a alberghi, bar, ristorante, palestre, cinema. Possono essere non applicate le misure delle zone arancione a chi è vaccinato o ha superato la malattia, come se fosse in zona bianca“.
Ecco quindi che i diretti interessati non vaccinati sono circa 250 mila, lasciando fuori dalla conta i bambini di età inferiore ai 12 anni. La maggior parte sarebbero di Trieste, la città simbolo delle proteste contro il vaccino e il Green pass. Tra questi 250 mila, 50 mila sono persone di 50 anni che, in caso di lockdown mirato, sarebbero costretti a lavorare, senza occasione di vita sociale. Esclusi da bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri. Sarebbero invece 48 mila i sessantenni che dovranno rispettare il lockdown no vax.
A Udine.
Non è, comunque, ancora chiaro quello che accadrà nei prossimi giorni, la polizia postale sta svolgendo delle perquisizioni nei gruppi social dei no vax. Sono stati svolti dei controlli a Trieste e Pordenone. Recente invece la notizia che nel mirino della polizia è finita anche una donna di 56 anni di Udine, attiva nei canali social dove si istigava alla violenza.
Per quanto riguarda invece i cortei, il comitato per l’ordine e la sicurezza della Prefettura hanno accolto l’appello di Pietro Fontanini, sindaco di Udine. Le manifestazioni infatti sono state vietate nel centro storico e vicino alle zone della stazione e autostazione. Chi vorrà manifestare dovrà mantenere il distanziamento e indossare la mascherina. “La situazione dei contagi impone a tutti noi di essere più responsabili – ha commentato Fontanini – Ci impone anche di restare uniti per superare questo momento, salvare vite umane e l’economia”.
A Gorizia.
Nel capoluogo isontino è attivo il gruppo “Gorizia Risponde”, che aveva organizzato il primo corteo di Gorizia contro l’obbligatorietà del Green Pass. “Gorizia Risponde”, giovedì 18, a distanza di un mese dalle proteste dei portuali al varco 4 del Porto Franco di Trieste, ha deposto davanti alla Prefettura di Gorizia un mazzo fiori. “Una piccola testimonianza del fatto che non possiamo dimenticare – scrive in una nota il gruppo – né tantomeno sospendere il giudizio sul fatto che persone inermi siano state aggredite dallo Stato, con gli idranti, i lacrimogeni, i manganelli.”