L’assessore Amirante sul limite dei 30 chilometri orari in città.
L’assessore alle Infrastrutture Cristina Amirante interviene nel dibattito sulla creazione di nuove zone con limite di velocità di 30 chilometri orari in Friuli Venezia Giulia.
“In Friuli Venezia Giulia è già in vigore la legge 8 del 2018 che disciplina gli interventi a favore di una mobilità ciclistica più sicura e maggiormente diffusa, quindi la Regione è contraria alla definizione di zone 30 su ampie aree urbane. La normativa regionale può però essere ulteriormente implementato per fare in modo che specifici percorsi, insieme ai tracciati ciclopedonali lungo le strade principali di ingresso alle città o in quelle di collegamento tra i diversi centri della regione, presentino tutti gli elementi fondamentali per mettere in sicurezza pedoni e ciclisti, restituendo ai cittadini porzioni importanti del nostro territorio. Il ricorso alla zona 30 da parte dei Comuni deve infatti essere mirato a tratti con particolari criticità per rispondere a specifiche esigenze di sicurezza “.
“Le norme nazionali e regionali in questa materia vogliono classificare in modo corretto l’utilizzo integrale del nostro sistema stradale, definendo puntualmente i percorsi residenziali dove si trovano scuole, asili, palestre e altri servizi di carattere pubblico. L’obiettivo – spiega Amirante – è rendere questi assi viari ben riconoscibili attraverso una segnaletica adeguata e altri interventi fisici affinché la velocità effettiva di percorrenza delle automobili sia, a prescindere dai limiti previsti, atta ad assicurare la massima sicurezza”.
“È già stato sperimentato anche in alcuni centri del Friuli Venezia Giulia come una simile gestione finisca per portare a un calo significativo del traffico, delle velocità e di conseguenza anche degli incidenti in queste aree. Aumenta invece in modo evidente – aggiunge l’assessore – l’utilizzo delle due ruote o la scelta delle persone di andare a piedi”.
“Per tali ragioni l’Amministrazione regionale vuole sostenere i Comuni interessati a portare avanti iniziative di questo tipo che però – sottolinea Amirante – devono sempre coinvolgere i cittadini attraverso la cosiddetta progettazione partecipata”.