Legge sul fine vita, il via libera della Toscana riaccende il dibattito in Friuli Venezia Giulia

Si riaccende la discussione sulla legge sul fine vita in Friuli Venezia Giulia.

Il via libera da parte del consiglio regionale della Toscana alla proposta di legge sul fine vita riaccende il dibattito in Friuli Venezia Giulia, che nell’aprile dello scorso anno aveva bocciato una proposta simile. Con questo provvedimento, la Toscana diventa la prima Regione italiana a dotarsi di una normativa specifica che disciplina il percorso per la richiesta di suicidio assistito. Il testo, promosso dall’Associazione Luca Coscioni e sostenuto da oltre 10mila firme, stabilisce una procedura chiara per i cittadini che intendono accedere all’aiuto medico alla morte volontaria.

Bullian: ” In Friuli Venezia Giulia abbiamo perso un’opportunità storica”.

Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg)

“Esprimo le mie più sentite congratulazioni al Consiglio regionale della Toscana per essere diventata la prima Regione in Italia ad approvare una legge che regola il suicidio medicalmente assistito, fissando tempi, ruoli e procedure certe”, commenta Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg.

“Un traguardo storico – continua Bullian – per i cittadini di quella Regione, con una legge che è stata sostenuta, purtroppo, solamente dal Centrosinistra, nonostante sia noto che la popolazione è favorevole a tali norme a livello trasversale. Questo importante passo rappresenta un segnale di civiltà e rispetto per la libertà di scelta dei cittadini sul fine vita”.

“In Friuli Venezia Giulia – incalza l’esponente di Centrosinistra -, purtroppo, abbiamo perso un’opportunità storica: potevamo essere noi i primi a legiferare, garantendo un diritto ai nostri concittadini. Nonostante le numerose battaglie e l’impegno profuso, la Maggioranza di Centrodestra ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare ‘Liberi subito’, sostenuta da oltre ottomila cittadini. Questa proposta mirava a stabilire procedure chiare e tempi certi per l’accesso al fine vita, dando attuazione a quanto sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019″.

“I cittadini – continua il consigliere – desiderano essere liberi di scegliere fino alla fine della propria vita, in situazioni di sofferenza insopportabile e malattie irreversibili. Io credo sia un dovere istituzionale ascoltare queste istanze e, conseguentemente, garantire un quadro normativo che rispetti la dignità e l’autodeterminazione della persona a tutti i livelli. Mi spiace che la Maggioranza del Consiglio regionale del Fvg non l’abbia pensata alla stessa maniera, alle volte anche cadendo in beceri attacchi personali, considerando questa una battaglia personale per visibilità”.

“Il fatto che se ne stia discutendo in tutta Italia e che ci sia la prima Regione ad aver effettivamente normato questo passaggio delicato – evidenzia Bullian -, dimostra che, invece, stavamo proponendo una possibilità in linea con le aspirazioni di una parte importante della società, mentre la maggioranza dei partiti e delle istituzioni dimostrano di essere più arretrate”.

“Un grande ringraziamento va all’associazione Luca Coscioni per il grande impegno di questi anni. Mi auguro – conclude Bullian – che l’esempio della Toscana possa servire da stimolo per una riflessione più approfondita anche nelle altre Regioni (e nella nostra), oltre che a livello nazionale, affinché si possa giungere a una legislazione che riconosca e tuteli il diritto alla scelta nel fine vita. Se il Governo dovesse impugnare la norma regionale della Toscana, sarà l’occasione affinché la Corte costituzionale faccia definitivamente chiarezza sulle competenze”.

Pellegrino: “La Toscana ha avuto il coraggio di legiferare”.

Serena Pellegrino (Avs)

“Mentre in Fvg la Maggioranza di Destra che governa ormai da quasi sette anni e che non fa mistero di sentirsi orgogliosa di condurre una Regione a Statuto Speciale, dichiara di non avere titolo per legiferare in merito al cosiddetto ‘Fine vita’, c’è chi, come la Toscana Regione ordinaria, approva una legge analoga sempre promossa dall’associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10mila firme”. Così in una nota la Consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) che prosegue: “Oggi più che mai questo esito ci sembra, invece, una mancanza di rispetto per gli oltre 8mila corregionali firmatari della pdl promossa dall’Opposizione”.

“Chi occupa lo scranno più alto della Giunta – incalza l’esponente di Avs – dovrebbe legiferare, senza nascondersi dietro la pregiudiziale di costituzionalità. Il legislatore deve fare il legislatore e non il giurista e anche la Corte europea chiede che gli Stati si occupino di questo tema. Ancora una volta – conclude Pellegrino -, come ormai troppo spesso accade, chi governa la nostra Regione si fa forte con i deboli e debole con i forti.

Celotti: “Il Fvg non ha avuto il coraggio della Toscana”.

Manuela Celotti (Pd)

“Un passo avanti, di civiltà, che la Toscana ha fatto e che il Fvg non ha avuto il coraggio di fare“, afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti

“Questo è sicuramente un grande risultato per la Toscana e per il Paese, che una volta di più ci fa capire quanto sia stata un’occasione persa per il Friuli Venezia Giulia che, nonostante la specialità, ha rinunciato a legiferare in materia. Un passo di civiltà per dare risposta alle persone che chiedono solo di poter esigere un diritto già sancito dalla Corte Costituzionale, che manca, oggi, della definizione di procedure chiare su tempi e modi“.

“Quindi oggi – prosegue l’esponente dem – per far valere il diritto a una morte dignitosa, nelle condizioni definite dalla sentenza della Corte costituzionale, le persone devono ricorrere a procedure legali, mentre le aziende sanitarie sono lasciate sole ad affrontare queste situazioni . La Toscana si è presa la responsabilità di legiferare in materia, noi purtroppo no. E può anche evitare Gasparri di parlare di forzatura, perché il Parlamento – conclude Celotti -, su questo tema, ha un ritardo ingiustificabile”.

Honsell: “Auspico un ripensamento in Friuli Venezia Giulia”.

Furio Honsell (Open)

“La Regione Toscana si è dimostrata capace di varare una legge civile sul fine vita – dichiara il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. – . Purtroppo così non ha fatto la Regione Fvg. Auspico che la Maggioranza si ravveda. È ingiusto obbligare quei cittadini che giungono alla tremenda decisione, in quanto ormai non ritengono più dignitosa la loro condizione di vita, a ripartire sempre da zero. Perché ci si vuole accanire, obbligandoli a ripercorrere le stazioni di una via crucis ulteriore, che la sentenza della Corte Costituzionale ha già sancito essere evitabili?”

“La Regione Fvg – afferma Honsell -, quella che fu capace, quando ero sindaco a Udine, di offrire una struttura di designazione comunale per garantire il diritto alla giustizia a Beppino Englaro e sua figlia, avrebbe dovuto comportarsi diversamente quando fu presentata in Consiglio Regionale la proposta di legge promossa dall’associazione Coscioni“.

“Questa legge di civiltà  – evidenzia l’esponente di Opposizione -riconosce anche la gratuità del trattamento. Ciò discende dal concetto di salute che l’Organizzazione mondiale della sanità prevede già da oltre mezzo secolo. La salute non è solo il benessere fisico, ma vi è pure il benessere mentale, emotivo e relazionale. Quando viene meno anche una sola di queste caratteristiche la persona non è in salute, e quindi va presa in carico dal sistema sanitario”.

Capozzi: “Roma e Friuli Venezia Giulia si adeguino”

Rosaria Capozzi (M5S)

“Quello che per la Toscana può essere considerato un importante punto d’arrivo, deve, invece, costituire per le altre regioni della penisola, Friuli Venezia Giulia in primis, un inderogabile punto di partenza per colmare una volta per tutte un grave vuoto normativo”, sottolinea la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle).

“Una scelta di sensibilità, di pietà e di progresso morale – aggiunge Capozzi – che costituisce un segnale molto forte anche nei confronti di tutte le altre regioni dove, parimenti, il testo era stato già presentato. La norma – precisa l’esponente pentastallata – costituisce una presa di posizione di civiltà, considerando le modifiche giunte strada facendo che la mettono al riparo da rischi, anche alla luce di alcune sentenze della Corte Costituzionale, invitando il legislatore romano ad adeguarsi seguendo i criteri dettati dai valori etici”.

“Un segnale fortissimo – evidenzia ancora la rappresentante del M5S – che esprime coraggio e garantisce l’autodeterminazione delle persone per dare risposte ai più fragili. Chi è afflitto da sofferenze intollerabili deve poter porre fine dignitosamente alla propria vita, circondato dall’affetto dei propri cari e assistito dal Servizio sanitario nazionale. Migliaia sono state le firme raccolte anche in Friuli Venezia Giulia – conclude Capozzi – e, ora, auspichiamo che la Giunta garantisca che ogni persona sia libera di scegliere, assicurando un percorso rapido e privo di qualunque tipo di condizionamento esterno. Nessuno deve mai restare solo, mentre va tutelata la libertà di scelta anche di chi una scelta, oggi, non ce l’ha ancora”.

Cabibbo:”No al regionalismo differenziato sul fine vita”.

Andrea Cabibbo (FI)

Posizione opposta invece da parte dell capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Andrea Cabibbo “La Regione Toscana ha scelto di usare il tema del fine vita come arma politica. Il Partito democratico, malato cronico, e il Movimento 5 Stelle, ormai malato terminale, vorrebbero l’autonomia differenziata solo su un tema fondamentale come il fine vita. Non vedo nulla di coraggioso in quanto accaduto ieri in Consiglio regionale in Toscana. La vita è il bene più importante e prezioso di cui disponiamo, trovo grave che una parte politica forzi la mano e strumentalizzi il dolore.

Legiferare a livello regionale su questi temi significa illudere i sofferenti e le loro famiglie, dal momento che le Regioni non hanno competenza in materia e come ha già ben chiarito l’Avvocatura generale dello Stato. La competenza è del Parlamento, ostinarsi a imboccare scorciatoie usando il pietismo come arma di persuasione significa speculare sulla sofferenza dei malati . Chi oggi si entusiasma per quanto approvato a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana, presto sarà smentito dalla Corte costituzionale, che peraltro non ha mai riconosciuto alcun diritto al suicidio medicalmente assistito e che non può imporre alcun obbligo a legiferare”.

“La Corte costituzionale – prosegue Cabibbo – può dichiarare una norma incostituzionale, ma non ha margini per andare oltre. Una sentenza non è una norma di legge, ci sono equilibri, pesi e contrappesi nell’esercizio del potere in uno Stato di diritto ed è essenziale che ciascun potere rimanga nel proprio alveo. Il Parlamento detiene il potere legislativo, ad altri soggetti competono i poteri esecutivo e giudiziario. Men che meno si può tirare in ballo la specialità o l’autonomia, come fanno alcuni consiglieri del Friuli Venezia Giulia. Sulla proposta di legge Cappato si sono già pronunciati negativamente i Consigli regionali di Veneto, Piemonte e Lombardia, così come in Friuli Venezia Giulia, dove per ben quattro volte è prevalsa la tutela della vita e di certo non si tornerà indietro”.

“Usare il pietismo come strumento di persuasione significa mentire sapendo di mentire. Chi vuole introdurre nel nostro ordinamento il suicidio medicalmente assistito si basa sul concetto di sofferenza intollerabile. Ma, in realtà, come disse la fondatrice del primo hospice al mondo Cicely Saunders la sofferenza è intollerabile solo se non importa a nessuno. Il Pd, alla disperata ricerca di consensi, sacrifica il rispetto e l’aiuto ai più deboli e ai malati terminali in nome di una infingarda idea di libertà e progresso – conclude il forzista – anziché potenziare le cure palliative, come invece ha fatto la nostra Regione”.