I “lavoratori fragili” della scuola in Fvg.
In alcune regioni d’Italia è scattato l’allarme per i “lavoratori fragili” della scuola. Si tratta di personale scolastico afflitto da problemi di salute, magari per la compresenza di diverse patologie, che proprio per questo deve essere tutelato, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria. Per questa categoria di lavoratori, ci può essere la possibilità di chiedere all’Ufficio regionale scolastico di essere esentata dal servizio in presenza. E ciò, per le scuole, potrebbe comportare problemi organizzativi non indifferenti.
E in Friuli Venezia Giulia com’è la situazione? I “lavoratori fragili” per ora non sembrano preoccupare le organizzazioni sindacali. Tiene banco, invece, la questione dei test sierologici. “Ancora non abbiamo chiari i numeri della questione – precisa Maddalena Venzo, sindacalista Snals – ma posso dire che, al contrario, i docenti con i quali ci siamo riuniti di recente non vedono l’ora di tornare a insegnare. In questo momento non c’è alcun allarme sulla fragilità, ma stiamo comunque affrontando un’altra questione delicata come quella degli screening sierologici”.
A dare una dimensione del fenomeno ci pensa, invece, Massimo Gargiulo, segretario generale Flc Cgil Scuola Udine. “Le richieste da parte di lavoratori fragili, per quanto attiene la nostra organizzazione, si contano sulle dita di due mani. Bisogna considerare che, soltanto su Udine, gravitano 2.000 docenti – precisa -. Il dato è un altro. C’è un buco normativo e contrattuale. Con quale motivazione teniamo a casa un insegnante, che è “fragile ma sano”? Non di certo come se fosse in malattia. I contratti sono vecchi e non tengono conto dell’emegernza sanitaria da coronavirus”. A pesare sono anche altri aspetti: l’età media del personale docente, di oltre 50 anni, il valore più alto d’Europa. Ben altri problemi, poi, sono quelli legati ai test sierologici: “In questi giorni – evidenzia Gargiulo – sento accuse agli insegnanti: dicono che non vogliono sottoporsi allo screening. Noi non lo accettiamo. Anzitutto, ci dimentichiamo che il test è facoltativo? Eppoi, giova ricordare che l’adesione della popolazione in Fvg è stata davvero bassa: erano – provoca il segretario – tutti insegnanti, quelli che si sono rifiutati?“. Senza tralasciare una stoccata al sistema sanitario: “Io, che sono anche insegnante, ho provato a prenotare il test. Ma il Cup – conclude Gargiulo – risultava sempre occupato, tant’è che ho destitito”.
“Numeri precisi, per quanto riguarda i “lavoratori fragili”, non ne abbiamo – evidenzia Franco Colautti, segretario regionale Cisl -, ma va detto che parecchi insegnanti andavano già a lavorare in precedenza in condizioni di salute difficili. Si tratta di persone immunodepresse, o con patologie oncologiche”. Resta il problema dell’organizzazione in vista dell’avvio dell’anno scolastico: “Riprendere la scuola è fondamentale – conclude Colautti -, ma formazione a distanza e lavoro agile non possono essere la panacea di tutti i mali“. “Per ora – gli fa eco Tina Cupani, segretaria regionale Cisl Scuola – registriamo preoccupazioni dei singoli, che magari hanno problemi respiratori o genitori anziani e non se la sentono di tornare in classe, ma non è una situazione generalizzata”.
Intanto il ministero dell’Istruzione ha promesso oggi di fornire alle scuole, dopo i necessari approfondimenti, tutte le indicazioni utili in materia di lavoratori fragili. “Dalle verifiche di queste ore – scrive il ministero – non risultano criticità”. L’auspicio, nelle scuole del Fvg, è che sia proprio così.