L’ira della montagna per i nuovi collegi elettorali.
“La montagna della Carnia e il Tarvisiano nulla azzeccano con il territorio di Pordenone, così come la ex Provincia di Gorizia ha poco da condividere con la più popolosa Trieste, ma probabilmente il governo nella composizione dei nuovi collegi elettorali ha badato a far quadrare i numeri, dando dimostrazione di conoscere poco la geografia del Friuli Venezia Giulia e nulla la storia di questi territori”.
Lo evidenziano i consiglieri della Lega, Diego Bernardis e Luca Boschetti, in merito all’approvazione in via preliminare del governo della composizione dei nuovi collegi elettorali, aggiungendo che “la rappresentanza parlamentare del territorio e delle varie realtà del Friuli Venezia Giulia sarà fortemente compromessa, con territori marginali a cui non sarà garantita alcuna rappresentanza”.
“Il margine per porre correttivi a questa distorsione che mina i fondamenti della rappresentatività democratica di ciascun cittadino e di ciascun territorio, specie quelli cosiddetti marginali, o più svantaggiati, come possono esserlo la montagna della Carnia e la ex provincia isontina, c’è e ci deve essere, e non può essere trascurato. Non possiamo permettere – continuano i due rappresentanti della Lega – che, nel prossimo futuro, vista la minor densità demografica, alcune aree del Fvg non possano eleggere i propri rappresentanti al Parlamento e perdano dunque ogni minima possibilità di far ascoltare le istanze attraverso i propri deputati o senatori”.
“La Regione – ricordano i due consiglieri regionali di maggioranza – venne riconosciuta come autonoma e, quindi, annoverata tra quelle a Statuto speciale, proprio in virtù delle sue prerogative territoriali, costituite da varie minoranze linguistiche, dalla vicinanza e dalla posizione al confine orientale dello Stato, dal suo trascorso storico e dalle vicissitudini belliche ed economiche che questa terra ha dovuto sempre subire”.
“La Carnia e la ex provincia di Gorizia – concludono Boschetti e Bernardis – sono stati sempre in prima linea e, fosse anche solo per rispetto delle comunità che qui vivono e hanno vissuto, devono poter esprimere i propri rappresentanti”.