Presentato il rapporto nazionale sulla qualità dell’aria anche in Fvg.
L’inquinamento arriva anche dai toner. Lo rivela il primo Rapporto nazionale sulla qualità dell’aria in Italia e che offre interessanti spunti di analisi anche per il Friuli Venezia Giulia.
La pubblicazione, realizzata da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale assieme a tutte le Agenzie regionali o provinciali per la protezione dell’ambiente, descrive lo stato e il trend dell’inquinamento atmosferico in Italia nel periodo 2010–2019.
Oltre ad aver analizzato gli inquinanti “classici” come Pm10, Pm2.5 e No2, lo studio svolto da Arpa Friuli Venezia Giulia e da Arpa Umbria ha evidenziato una presenza importante, anche se non a livelli di allarme, di particelle di toner e di microplastiche disperse in aria.
L’analisi effettuata dalle due Agenzie regionali per l’ambiente è stata eseguita sui campioni raccolti per l’analisi di polline prelevati in 5 diverse città, Trieste, Lignano Sabbiadoro, Pordenone, Tolmezzo e Terni.
Per il toner si tratta di un campo di indagine innovativo. Nella letteratura scientifica sono presenti solamente studi sulla presenza di questa polvere in aree confinate e la maggior parte di questi lavori tende tuttavia ad escludere gravi danni alla salute, pur avendo le particelle di inchiostro dimensioni compatibili con le Pm10.
Nei campioni di polline osservati son rilevabili granuli di toner colorato (giallo, ciano e magenta) in quantità dell’ordine di meno di un granulo al metro cubo al giorno. La frazione quantificabile è solo quella colorata, poiché la componente nera, sicuramente presente, non è possibile valutarla con precisione per la somiglianza con le particelle di polvere provenienti dai processi di combustione delle biomasse. Questi dati fanno supporre che a livello del suolo la concentrazione di residui di toner sia maggiore in prossimità di sorgenti (uffici, copisterie, negozi, eliotecniche) o all’interno di edifici con presenza di stampanti non adeguatamente isolate o di toner esauriti non correttamente stoccati per lo smaltimento.
Nei vetrini analizzati è stata rilevata anche la presenza di microplastiche di dimensioni comparabili con i frammenti rinvenuti in campioni di acqua marina. Tali microplastiche sospese nell’aria presentano in generale classi dimensionali nettamente superiori a quelle tipiche delle Pm10.
Per quanto riguarda, invece, gli inquinanti “classici”, in Friuli Venezia Giulia il rapporto evidenzia che il numero di giorni con superamento le Pm10 è elevato nella fascia di confine con il Veneto, che risente molto delle caratteristiche morfologiche e climatiche della Pianura Padana, mentre sulla rimanente parte del territorio regionale, i giorni di superamento di Pm10 sono inferiori alle soglie previste dalla normativa.
Nella zona montana le Pm10 presentano dei valori già oggi in linea con i più restrittivi obiettivi fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità.
In quasi tutto il territorio nazionale, compreso il Friuli Venezia Giulia, si verifica infine il superamento dei livelli di Ozono fissati dall’obiettivo Oms per la protezione della salute umana. Di positivo in Friuli Venezia Giulia c’è il fatto che non sono mai state superate nel 2019 le soglie di informazione e di allerta.