L’indagine condotta da Facile.it sui lavoratori del Fvg.
Smart e remote working sono stati per molti un’occasione per riorganizzare la propria vita, anche da un punto di vista abitativo, e tra le categorie che più hanno beneficiato di questa opportunità c’è quella dei lavoratori fuori sede.
Secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, nell’ultimo anno sono oltre 17 mila i lavoratori friulani e giuliani fuorisede che, grazie alla possibilità di sfruttare i vantaggi dello smart working, hanno scelto di tornare a casa senza per questo dover rinunciare al proprio impiego. In Friuli Venezia Giulia crescono le attivazioni di linee internet per lo smart working
Uno dei primi indicatori del rientro in pianta stabile – o semi stabile – in regione è la richiesta di linee Adsl e connessioni ad alta velocità (indispensabili per lo smart working). Anche in questo caso in Friuli Venezia Giulia si sono registrati notevoli incrementi che, fra marzo 2020 e gennaio 2021, si sono attestati al +4,1%.
Tenore di vita più alto.
Uno degli elementi che ha spinto i fuorisede a cambiare città è quello economico. Se è vero che la retribuzione media degli “smart workers di ritorno” è pari a 1.840 euro, per uno su tre lo stipendio mensile è inferiore ai 1.500 euro. Cambiare città mantenendo lo stesso lavoro ha permesso quindi a molti di migliorare il proprio tenore di vita; il 28,1% di chi, a livello nazionale, ha scelto di cambiare città per svolgere lo smart working ha dichiarato che la ragione principale per cui ha deciso di rimanere a lavorare da remoto è perché, pur percependo lo stesso stipendio, può permettersi cose che prima da lavoratore fuori sede non poteva.
Analizzando le intenzioni per il futuro, sei smart workers di ritorno su dieci hanno dichiarato di non avere intenzione di tornare a fare i fuorisede con casa in affitto e di voler continuare a lavorare da remoto, dalla propria città di origine o da quella in cui si sono trasferiti dopo il lockdown.