Soccorso alpino: i dati degli incidenti in montagna in Friuli Venezia Giulia.
Negli ultimi anni, gli incidenti in montagna sono in costante aumento, e il Friuli Venezia Giulia non fa eccezione. I dati ufficiali evidenziano una crescita significativa delle operazioni di soccorso, con un numero sempre maggiore di interventi legati all’escursionismo, attività che, seppur considerata tra le meno pericolose, rappresenta la principale causa di incidenti.
Incidenti in montagna: i numeri in Friuli Venezia Giulia
Nel 2024 sono stati registrati 424 interventi di soccorso in ambienti montani e impervi, quasi il doppio rispetto ai 228 interventi del 2014. La tendenza al rialzo era già stata evidenziata nel 2020, anno record con 453 operazioni di soccorso.
Anche il numero di persone soccorse è elevato: 447 nel 2024, con un picco storico di 507 nel 2020. Le “giornate uomo”, ovvero il tempo complessivo impiegato dai soccorritori, hanno raggiunto quota 1522 nel 2024, con un massimo di 2052 nel 2022. Un dato interessante riguarda gli interventi con elicottero, che si sono dimezzati rispetto all’anno precedente, scendendo a 72 operazioni (nel 2021 il record era stato di 191 missioni aeree).
Il numero di decessi in montagna nel 2024 è stato di 20, uno dei più bassi degli ultimi dieci anni. Tuttavia, il numero complessivo di chiamate al NUE 112 per richieste di soccorso è in continua crescita.
Le discipline “più pericolose”.
Analizzando le cause degli incidenti in montagna, si scopre che oltre il 50% dei casi riguarda l’escursionismo. Sebbene ci sia stata una leggera flessione rispetto all’anno scorso, questa attività rimane il principale motivo di intervento, anche perché è quello più praticato.
Un dato interessante riguarda l’aumento degli incidenti nel torrentismo, la discesa di forre con attrezzatura alpinistica. Nel 2024, questa attività ha registrato un’impennata al 4,4% degli interventi, contro le medie precedenti dello 0,4-0,8%. La riscoperta delle diverse possibili discese in forra da compiere nel territorio regionale attira soprattutto forristi e torrentisti stranieri; c’è però anche da considerare che in questo contenitore confluiscono anche gli interventi che comportano soccorsi effettuati nelle giornate più calde e afose dell’estate, quando i torrenti prealpini – come il Rio Palâr e l’Orvenco – vengono frequentati da bagnanti in cerca di refrigerio.
l dato relativo ad uno dei “nuovi” sport legati alle altitudini, ovvero il volo libero, soprattutto parapendio, ha due specificità: seppure non significativo, il 3,1% è lo stesso dato di dieci anni fa (anche se nel mezzo sono state molte le oscillazioni verso l’aumento) ma c’è da sottolineare che gli interventi riguardano soprattutto piloti di nazionalità straniera.
La specificità delle correnti legata ai nostri territori prealpini, ne è la principale causa, specificità non assimilabile ad altri luoghi in cui all’estero viene praticato questo sport. Gli interventi si concentrano in due luoghi deputati: il Monte Valinis e il Monte Cuarnan. Da sottolineare che tale sport ha frequentatori costantemente in crescita e in proporzione al grande numero di frequentatori la casistica è comunque piuttosto bassa, perché c’è alla base una grande preparazione tecnica.

Le cause più frequenti di incidenti.
Molti degli incidenti si devono a scarsa preparazione e inesperienza: perdita di orientamento, ritardo e incapacità rappresentano il 33,1% degli incidenti. Cadute e scivolate sono responsabili del 28,4% dei casi.
Dove avvengono più incidenti? Le zone più a rischio
Suddividendo i dati per località, emerge che la stazione con più interventi è Udine/Gemona (91 casi), seguita da Cave del Predil (88) e Forni Avoltri (60). Le altre stazioni ne hanno compiuti rispettivamente: 57 a Trieste – un numero considerevole in relazione al dimensionamento del territorio di competenza – 42 a Maniago, dove incide il fattore parapendio, 32 a Moggio Udinese, 27 a Forni di Sopra, 26 a Sappada e in Valcellina, 14 a Pordenone (concentrati soprattutto in Piancavallo). Rispetto a dieci anni fa sono in aumento dunque gli interventi nel territorio prealpino, soprattutto quello di competenza della stazione di Udine.
Persone disperse.
Nel 2024 sono state soccorse 66 persone disperse, un dato in calo rispetto agli anni precedenti (72 nel 2023, 82 nel 2022). Il Friuli Venezia Giulia è stato la prima regione italiana a sviluppare squadre specializzate e tecnologie avanzate per la ricerca di persone scomparse, un primato che ha contribuito a migliorare i tempi di intervento e il successo delle operazioni.
Infine, gli incidenti in grotta: sebbene gli interventi speleologici siano rari, il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni più attrezzate per il soccorso in grotta. I tecnici locali sono stati protagonisti di operazioni di rilievo internazionale, come il salvataggio dello speleologo in Turchia nel 2023 e l’intervento nell’Abisso Bueno Fonteno nel 2024.