Sono Kristian Keber e Cristian Specogna.
“Il futuro del vino è in ottime mani” si legge sul sito di Fortune Italia, il magazine che ogni mese racconta la storia di imprenditori e imprese con l’obiettivo di porle a modello. In “40 Under 40 Wine Industry Leader” si legge dei 40 giovani under 40 protagonisti del vino italiano. Tra i nomi presenti, anche due giovani del Friuli Venezia Giulia: Kristian Keber e Cristian Specogna.
Il primo, 34 anni, porta avanti l’azienda con il nome del padre: Edi Keber. Un passaggio generazionale, con una nuova nota di freschezza. In un grande contrasto tra passato e presente, tradizione e sensibilità contemporanea, Kristian incarna il Collio. Con i suoi vini, il giovane imprenditore riesce a unire nel gusto e nell’esperienza il territorio friulano con quello sloveno. L’unione tra il Collio con il Brda è resa possibile grazie anche al progetto personale firmato Kristian Keber nella zona confinante di Medana.
Sangue vignaiolo anche nel classe 1987 Cristian Specogna, che continua l’investimento che il nonno Leonardo fece sulle colline della Rocca Bernarda a Corno di Rosazzo. Cristian ha prima studiato viticoltura ed enologia, viaggiando tra i territori più interessanti per il mestiere. Rientrato in azienda, con il fratello Michele e la moglie Violetta porta il brand Specogna oltre i vini d’annata e di pronta beva, uscendo con una limited edition dedicata all’horeca. In totale sono 25 gli ettari vitati, per un totale di 110mila bottiglie.
“Vedere il proprio nome su Fortune Italia vicino a quello di altri giovani che stanno scrivendo pagine straordinarie nel mondo del vino italiano – scrive Cristian in un post social – è davvero un’emozione. Ma soprattutto è uno stimolo a migliorare ancor di più per meritarsi di figurare in un parterre così prestigioso”.
“E per me e mio fratello Michele – prosegue – è un orgoglio poter vedere come i progetti a cui stiamo dedicando massimo impegno e passione siano la strada giusta per proseguire sul percorso iniziato dal nonno Leonardo e papà Graziano”. Non solo storie di imprenditori, ma anche (e forse soprattutto) di famiglie che reggono il mondo del vino italiano.