L’indagine di Legambiente sull’illegalità ambientale in Fvg.
Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. Anche in Friuli Venezia Giulia, tanto è vero che il 2019 è stato l’anno record per l’illegalità ambientale. La fotografia la scatta “Ecomafia 2020”, il rapporto che analizza storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia e realizzato da Legambiente, con il sostegno di Cobat e Novamont. L’indagine ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
In Friuli Venezia Giulia, con 544 reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto, si è toccato il punto più alto degli ultimi 3 anni, con una crescita del 35,4% rispetto al 2018. Sempre nel 2019 sono state 345 le persone denunciate, 203 i sequestri effettuati, 8 le ordinanze di custodia cautelare eseguite, di cui 4 per reati relativi al ciclo illegale di rifiuti e 4 per quelli contro la fauna.
Proprio i reati contro la fauna sono quelli che fanno registrare i numeri più significativi, con 234 illeciti accertati, 164 persone denunciate, 127 sequestri e 4 arresti. Le fasce prealpine del Friuli Venezia Giulia, non a caso, sono tra quelle inserite nei “black-spot” segnalati da Legambiente nel suo rapporto Ecomafia, per la cattura di nidiacei e adulti di migliaia di piccoli passeriformi. Nel 2020 un’importante operazione partita dall’Umbria grazie al lavoro svolto dalla Sezione operativa antibracconaggio e reati contro gli animali dell’Arma dei carabinieri, ma estesa in tutta Italia, denominata “Lord of the rings”, ha avuto importanti sviluppi anche in Friuli, tra Trieste e Gorizia, con la partecipazione del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia. I reati contestati vanno dalla frode in commercio alla caccia di uccelli con mezzi non consentiti.
Il rapporto, infine, evidenzia anche il vero e proprio balzo in avanti degli illeciti riscontrati nel ciclo del cemento, ben 154, più che raddoppiati rispetto ai 75 accertati nel 2018. Complessivamente nel triennio 2017-2019 i reati contro l’ambiente accertati in questa regione sono stati 1.488, con 1.162 persone denunciate, 544 sequestri e 8 arresti. Valutando nello stesso arco di tempo l’incidenza dei reati ambientali commessi per kmq, il Friuli Venezia Giulia con 0,18 illeciti non è molto distante dalla Lombardia, settima nella classifica nazionale come valori assoluti, dove si registrano 0,2 reati contro l’ambiente ogni kmq e supera, anche se di poco, il Veneto dove l’incidenza dei reati ambientali è di 0,17 ogni kmq.
Un capitolo a parte merita il ciclo illegale di rifiuti (116 reati, 83 persone denunciate, 4 arresti e 46 sequestri), da monitorare con particolare attenzione, sia per il “riaccendersi” di rotte balcaniche nei traffici illeciti ma anche per gli incendi a impianti e capannoni, come quello avvenuto ad Aviano nel settembre dello scorso anno (sono 7 i roghi censiti in Friuli da Legambiente nel periodo 2013 ottobre 2020).
La legalità è un prezioso bene comune che va costantemente alimentato, con il contributo, a supporto alle istituzioni preposte, da parte di cittadini e associazioni. Per rinforzare questa attenzione con adeguate competenze Legambiente Fvg ha da poco costituito il Centro di azione giuridica, Ceag, che si coordina con l’omonima struttura nazionale e che è costituito da un gruppo di avvocati volontari. La prima attività sarà la formazione dei soci.