Il prosecco contro il prosek croato.
Ancora brucia la battaglia persa sul tocai, figuriamoci se si perdesse pure quella sul prosecco contro il prosek. E, in effetti, pareva persa quando la Commissione europea diede il via libera al riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato scatenando le ire dei produttori del Fvg e del Veneto.
Ora, però, dalla stessa Ue arriva una buona notizia: la commissione Agricoltura dell’Europarlamento ha infatti approvato un emendamento al nuovo regolamento sulle Dop e Igp secondo il quale le menzioni tradizionali, come Prosek, non possono richiamare nel nome le Denominazioni di origine protetta, come Prosecco.
Tra le altre novità approvate dagli eurodeputati sul provvedimento, relatore Paolo De Castro (Pd), l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i solo prodotti Igp, l’origine della materia prima principale, nel caso provenga da un paese differente rispetto allo Stato membro in cui è prodotta. Il testo è stato approvato all’unanimità e nelle prossime settimane passerà in plenaria, quindi gli eurodeputati saranno pronti a negoziare con il Consiglio Ue.
La zona di produzione del Prosecco DOC coinvolge i territori ricadenti in 4 province del Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine) e in 5 province del Veneto (Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza): un mondo che coinvolge circa 11.400 case viticole e quasi 1200 aziende vinificatrici. Ecco perché alla notizia della domanda di registrazione del prosek croato si erano levati gli scudi dei produttori, delle associazioni di categoria e della politica.
“Una battaglia per la salvaguardia del Prosecco durata anni che si è conclusa bene, per cui ringraziamo il lavoro di Paolo de Castro, relatore dell’emendamento al Parlamento europeo e che già nel 2021 aveva inoltrato al commissario europeo all’Agricoltura la richiesta di non aggirare la protezione di Dop e Igp nell’Ue – ha commentato il segretario regionale Pd Renzo Liva -. Siamo soddisfatti dell’unità d’intenti che ha guidato la nostra delegazione al Parlamento europeo in sintonia con gli altri gruppi, come abbiamo sempre auspicato. La tutela della reputazione delle nostre eccellenze agroalimentari è un aspetto fondamentale per competere sul mercato internazionale evitando il più possibile le insidie dell’Italian sounding o l’aggiramento di norme che proteggono la Dop”.
Tra i primi a festeggiare la notizia, il presidente del Veneto, Luca Zaia: “E’ arrivato oggi un bel segnale che pone freno alla voglia di conquista e di distruzione identitaria delle produzioni tipiche. Il Prosecco rappresenta sicuramente un simbolo, la più grande denominazione al mondo e deve essere tutelato e protetto di fronte al suo grande palcoscenico. È un fenomeno riconosciuto a livello globale, la cui popolarità si basa su una grande attenzione alla qualità e al legame indissolubile con la terra d’origine“.
“Non deve essere quindi permesso l’utilizzo commerciale di in grado di evocare Denominazioni di origine protetta, ingenerando confusione e potenziali distorsioni dei mercati, danneggiando la nostra produzione – ha continuato -. Questa una battaglia di identità, contro chi vorrebbe la standardizzazione delle produzioni agronomiche e vinicole, contro chi è contro ogni forma di identità. Dietro a ogni prodotto tipico c’è la storia, c’è la passione, c’è la dedizione di un territorio. Ed è la diversità delle produzioni e delle tecniche a dare valore all’Europa”.