Le cerimonie per la Giornata della Memoria in Friuli Venezia Giulia.
E’ una Giornata della Memoria che risente degli echi della guerra in Medio Oriente, quella vissuta nelle varie cerimonie organizzate in Friuli Venezia Giulia, echi che portano come conseguenza polemiche e accuse.
Alla Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia, le parole più dure sono state quelle del Rabbino Alexander Meloni: “Questa è un giornata importante ma particolarmente deludente – ha detto -. Nel 2000 quando fu instituita tutti speravano che servisse a rafforzare questo “mai più”: mai più antisemitismo, razzismo e persecuzione di ebrei. Nel 2025, invece, la situazione è particolarmente preoccupante nella società e soprattutto tra i giovani. Questo rappresenta il fallimento totale della Giornata della Memoria al punto che mi chiedo se valga la pena continuare. Ci si è cullati nell’idea che antisemitismo fosse strisciante, accusando le estreme destre. Dopo il 7 ottobre, dobbiamo tenere a mente che oggi purtroppo le sinistre e i giovani che vi si rifanno sono portatori del nuovo antisemitismo che si vuole nascondere dietro l’anti sionismo“.
“Il 27 gennaio, in questo momento storico, ha un sapore amaro” sono le parole di Akram Omar, presidente della Comunità islamica di Trieste, a margine della cerimonia a San Sabba. Sottolineando l’importanza di questa giornata, istituita per ricordare le atrocità del fascismo e del nazismo, affinché tali tragedie non si ripetano, ha espresso rammarico per la mancata realizzazione di questo obiettivo universale: “Purtroppo non abbiamo raggiunto questi risultati. Ahimè, ci sono tragici eventi. Se guardo a Gaza, sono stati commessi crimini orribili: a Gaza è stata uccisa l’umanità, e questo ci deve far riflettere”.
Il presidente Fedriga.
“È grave che ancora oggi nel nostro territorio vengano organizzate manifestazioni nel corso delle quali viene umiliata la memoria di persone perseguitate, uccise, deportate nei campi di concentramento – ha detto il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga -. La presenza delle
istituzioni in Risiera per il Giorno della Memoria è in questo momento ancora più importante proprio per ribadire che la storia, in particolare quella vissuta in modo drammatico dal popolo
ebraico, non deve mai essere piegata alle logiche opportunistiche legate all’attualità“.
“È fondamentale ricordare sempre questa data – ha aggiunto Fedriga -. Sono rimasto molto colpito dalle parole delle senatrice Liliana Segre che ha affermato che ‘quando l’ultimo di noi sopravvissuti morirà, quanto accaduto nei campi di concentramento e le persecuzioni subite dagli ebrei rimarranno solo frasi sui libri di storia’. Questo noi non lo possiamo permettere“.
Le polemiche a Pordenone.
Nel corso della cerimonia di Pordenone, sono state le parole di Elio Cabib, presidente della Comunità ebraica del Fvg, a destare polemica. Cabib, infatti, nel suo intervento ha accusato l’Onu, le Ong, la Croce Rossa (e anche il Papa) di “isolare e discriminare lo Stato di Israele, usando due pesi e due misure”.
“È con profonda tristezza che siamo costretti a prendere categoricamente le distanze da quanto è avvenuto questa mattina a Pordenone, durante l’importante cerimonia per commemorare il Giorno della Memoria – ha detto poi il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) -. Avevamo partecipato per ribadire l’impegno contro ogni odio razziale, contro ogni genocidio e violenza contro cittadini innocenti. Abbiamo invece dovuto ascoltare, oltre a interventi significativi, anche una interminabile apologia dell’azione militare dell’esercito israeliano Idf dopo il 7 ottobre 2023″.
“Non una parola di umanità – fa presente Honsell – è stata pronunciata da quell’oratore nei confronti delle decine di migliaia di cittadini innocenti di Gaza, del Libano e della Cisgiordania uccisi in seguito a questa azione. Invece di ritrovarci uniti nel rispetto della memoria delle atrocità del nazismo contro cittadini di religione ebraica, Rom,
omosessuali e dissidenti, commesse anche con l’appoggio dei governi fascisti che glielo permisero – conclude il consigliere di Open -, siamo costretti a condannare l’apologia della violenza militare che abbiamo dovuto ascoltare”.
La cerimonia a Udine.
Questa mattina il sindaco Alberto Felice De Toni è intervenuto alla cerimonia per il giorno della Memoria, presso il monumento ai Martiri caduti nei campi di sterminio nazisti, nel Parco della Rimembranza.
“Nei campi di concentramento e sterminio nazisti furono uccisi più di 6 milioni di persone, in larghissima parte ebrei, ma anche oppositori politici, omosessuali e persone con disabilità, tutte minoranze considerate un disturbo della storia – ha detto -. Oggi è l’occasione non solo per ricordare milioni di vittime di una follia ideologica che ha sfiorato la conquista d’Europa, ma anche per rifiutare ancora una volta l’intolleranza in ogni sua forma e per opporci all’uso della violenza e dell’oppressione come strumenti politici”.
“Ancora oggi, in un’Europa che mostra come la democrazia vera sia merce rara davanti all’avanzata di democrazie di facciata, che fanno della divisione la propria colonna politica, e dove la concentrazione di potere economico e politico si sta sempre più accentrando, facciamo fatica a cancellare l’idea della differenza come una minaccia, in tutti i suoi aspetti: differenza religiosa, etnica, sociale e anche di orientamento sessuale. I diversi sono sempre potenzialmente pericolosi”
“Tuttavia – ha concluso -, è proprio dalle diversità e dalle minoranze che nascono le più grandi innovazioni, e dalle alleanze deriva il successo. Le divisioni sono sempre penalizzanti perché il nostro nemico dev’essere uno solo, la guerra, la violenza come strumento per dirimere le controversie, la discriminazione. Di fronte a una democrazia che è merce rara, le istituzioni e le forze democratiche devono unirsi, non dividersi. La libertà non è mai per sempre”.
A Gorizia.
Alla cerimonia di Gorizia, invece, era presente l’assessore regionale Sebastiano Callari: “In questa giornata Gorizia, Capitale europea della cultura con Nova Gorica, diventa anche il simbolo della cultura della non discriminazione e della difesa dei valori di libertà, di democrazia oltre che della nostra identità cristiana che vuole sempre promuovere il rispetto dell’altro e mai dimenticarsi delle grandi tragedie della storia, come lo è stata la Shoah”.
Callari ha poi partecipato alla cerimonia commemorativa, organizzata dall’Amministrazione comunale, davanti al cippo dei Deportati nel cimitero di Monfalcone. “Ricordare – ha sottolineato l’assessore – che le radici giudaico cristiane sono il fondamento religioso, culturale e morale che accomunano cristianesimo e giudaismo è tanto più importante oggi qui a Monfalcone. Un territorio in cui convivono diverse culture e diverse religioni e dal quale, in questo Giorno della Memoria, deve levarsi un messaggio di consapevolezza: per combattere i rigurgiti di antisemitismo e di odio verso il diverso è necessario affermare ancora una volta il valore della non discriminazione e dell’accoglienza“.