L’ira di Fedriga dopo l’ingresso del Fvg in zona arancione.
I colori delle zone che determinano i provvedimenti anti-Covid in Italia dovrebbero essere ridiscussi. È quanto auspica il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, dopo l’inserimento del Friuli Venezia Giulia in zona arancione. La misura è scattata da oggi e l’amarezza, tanto fra le istituzioni quanto tra i privati cittadini e i titolari di attività, è tanta.
Dalla giornata odierna in Fvg sono scattate maggiori restrizioni, come quella di non lasciare il proprio comune di residenza o domicilio, oltre alla chiusura 7 giorni su 7 di bar e ristoranti. E come già successo, nel mirino finisce il rapporto di collaborazione fra Stato e Regioni, disatteso secondo Fedriga “non da una scelta politica capace di valutare tutti i fattori in campo (salute, economia e lavoro), ma da un metodo di elaborazione incompreso persino dal gruppo tecnico-scientifico della Regione Fvg”.
I due parametri per cui li Fvg è finito in zona arancione. Il governatore Fedriga ritira la sua ordinanza.
Anche per questo motivo, il governatore richiederà una convocazione della Conferenza delle Regioni al fine di avanzare in maniera collegiale questa necessità di trasparenza, “che, se disattesa, rischia di violare il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini”.
Non è bastato a “salvare” il Fvg il calo dell’indice di contagio Rt, “sceso da 1.6 a 1.34. E abbiamo anche un indice di terapie intensive largamente inferiore alla soglia dall’allarme” ha detto ancora il presidente della Regione. L’ormai famoso algoritmo che decide in quale fascia di rischio debba essere messo un territorio, insomma, ha “colpito”. Ma il Friuli Venezia Giulia a questa nuova penalizzazione non ci sta.