I dubbi in Fvg per la zona arancione.
“Il Friuli Venezia Giulia sarebbe in zona arancione per evidenze scientifiche, a detta di alcuni. Ma le evidenze scientifiche, per essere tali, si affidano a dati precisi, omogenei, aggiornati. Non sembra che gli algoritmi alla base delle decisioni del Governo siano alimentati da numeri sempre affidabili”. Così si esprime Walter Zalukar, consigliere regionale del Gruppo Misto.
“I pesi dei 21 indicatori su cui è costruito l’algoritmo sono ignoti o variabili, cioè non si sa quanto ciascuno conti per la decisione finale. Diversi indicatori non sono neppure calcolabili con precisione in tempo reale – scrive Zalukar – e in una pandemia il fattore tempo non è un optional. L’ultimo monitoraggio del ministero uscito il 13 novembre scorso riporta i dati epidemiologici della prima settimana di questo mese, che si riferisce a un Rt stimato sul periodo 22 ottobre-4 novembre, quindi dati sui contagi di quasi un mese fa. Mentre il virus si espande ogni giorno”.
“Ma proprio sulla base di questi elementi è stata decretata, in Friuli Venezia Giulia, la chiusura di migliaia di esercizi pubblici che erano riusciti a sopravvivere alla prima ondata – prosegue il consigliere – e ora non si sa. Non c’è l’evidenza di quanto contagio si verifichi in bar o ristoranti, piuttosto che su bus, treni o metropolitane e negli ospedali, dove la separazione dei percorsi Covid e no Covid rimane spesso un mero annuncio piuttosto che una realizzazione concreta. Ma qui forse i controlli sono meno pressanti”.
“Nessuno sembra essersi preso la briga di verificare con metodo scientifico il ruolo di questo o quel tipo di esercizio, nel diffondersi del virus. Ne deriva un lockdown che non si sa se e quanto sarà efficace a contenere l’epidemia, ma si sa, e molto bene, quanto sarà devastante sul tessuto economico regionale. Decisioni di tale portata – conclude Zalukar – dovrebbero essere sempre attentissime al rapporto costo/utilità, valutando assai bene l’efficacia delle manovre sulla mitigazione del virus, ma anche l’impatto di queste sull’economia e le conseguenze complessive sulla vita delle persone e delle famiglie”.