Alta adesione in Fvg allo screening del colon retto.
Il Friuli Venezia Giulia si conferma tra le regioni italiane più virtuose nella prevenzione del tumore al colon-retto, posizionandosi al terzo posto a livello nazionale dopo Valle d’Aosta e Veneto. Un risultato significativo, frutto di un lavoro di squadra che coinvolge aziende sanitarie, medici di base, farmacie, associazioni dei pazienti e cittadini, con l’obiettivo di rafforzare la cultura della prevenzione.
Secondo le stime, grazie al programma di screening sono state salvate 159 persone da decessi legati a diagnosi tardive. Questo dato è stato sottolineato dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della conferenza stampa che ha segnato la chiusura del Mese della prevenzione del cancro del colon-retto, evento organizzato presso la sede di Udine della Regione sotto il coordinamento dell’Azienda regionale per il coordinamento della salute (Arcs).
Numeri e strategie per il futuro
Nel 2023, il 52,6% della popolazione ha aderito ai programmi di screening, ma resta la sfida di coinvolgere chi ancora non partecipa. “Per incrementare l’adesione, stiamo lavorando su più fronti – ha dichiarato Riccardi -. L’obiettivo è rendere lo screening più accessibile, adattandolo alle esigenze quotidiane delle persone, e migliorare la comunicazione, utilizzando anche i social media per diffondere una maggiore consapevolezza sulla prevenzione.”
Una delle strategie messe in campo riguarda la personalizzazione delle campagne di sensibilizzazione, per superare eventuali barriere culturali o religiose e garantire una partecipazione sempre più inclusiva. “Dobbiamo costruire un sistema sanitario capace di evolversi per rispondere alle nuove esigenze della popolazione, promuovendo innovazione e aggiornamento continuo delle competenze professionali”, ha aggiunto l’assessore.
L’importanza della comunicazione e dell’innovazione
Per rafforzare il messaggio sull’importanza della prevenzione, la Regione Friuli Venezia Giulia punta su una comunicazione chiara ed efficace, contrastando le informazioni fuorvianti che spesso circolano in ambito sanitario. “Solo attraverso una corretta informazione possiamo garantire una maggiore adesione agli screening e una consapevolezza diffusa sui temi della salute pubblica”, ha concluso Riccardi.