Sono pochi e hanno troppi pazienti: in regione mancano 151 medici di famiglia

I dati della Fondazione Gimbe sui medici di famiglia.

La carenza di medici di famiglia (MMG) è una realtà sempre più preoccupante in Italia e in Friuli Venezia Giulia, dove oltre la metà dei professionisti è sovraccarico di assistiti. Questo dato, reso noto dalla Fondazione Gimbe, evidenzia come la regione sia tra le più colpite da una crisi nazionale che vede mancare oltre 5.500 medici di medicina generale e prevede 7.300 pensionamenti entro il 2027.

Un sistema in sofferenza

In Friuli Venezia Giulia, la carenza di medici di famiglia sta creando disagi soprattutto per le persone anziane e fragili. In una regione caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione, con una crescente incidenza di patologie croniche, il sovraccarico degli MMG rischia di compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria territoriale.

Secondo i dati della Fondazione Gimbe, nella regione il 52,4% dei medici supera il limite massimo di 1.500 assistiti (contro una media nazionale del 51,7%) con il rischio di ridurre drasticamente il tempo dedicato a ciascun paziente. Il numero medio di assistiti per MMG al 1° gennaio 2024 nell’intera regione è pari a 1.460 (media nazionale 1.374).

Dal 2019 al 2023, nella nostra regione, i medici di famiglia si sono ridotti del 12,9%, un dato leggermente superiore alla media nazionale, che si ferma al 12,7%. Secondo la stima GIMBE, che ha tenuto in considerazione il rapporto ottimale pari a 1 MMG ogni 1.200 assistiti, al 1° gennaio 2024 in regione mancano 151 medici di base.

Una professione in declino

In Italia, il problema è aggravato dalla scarsa attrattività della professione tra i giovani medici. Nel 2024, infatti, il 15% delle borse di studio per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale non è stato assegnato, con punte di oltre il 40% in alcune regioni italiane. Il Friuli Venezia Giulia, però, in questo caso è in controtendenza: nel 2024 i partecipanti al concorso nazionale per il Corso sono stati superiori ai posti disponibili: +8 candidati (+20%) rispetto alle borse finanziate (media Italia -15%).

Secondo la Fondazione, errori di programmazione e politiche sindacali hanno inizialmente determinato la progressiva carenza di Mmg, impedendo di bilanciare pensionamenti attesi e numero di borse di studio. Nel tempo, la professione è diventata sempre meno attrattiva per i giovani, che non solo abbandonano in itinere il corso di formazione, ma sempre più spesso non partecipano nemmeno al bando. In questo contesto, le soluzioni adottate si sono rivelate insufficienti, perché non hanno risolto il problema alla radice.

La politica propone come soluzione la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, sottolinea Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, questa riforma non è stata accompagnata da una valutazione d’impatto economico, organizzativo e professionale. “Il rischio – commenta Cartabellotta – è che senza un coinvolgimento diretto dei medici e un’analisi approfondita, la riforma possa rivelarsi inefficace, lasciando milioni di persone senza un medico di famiglia e peggiorando la qualità dell’assistenza territoriale”.