Ordine degli psicologi Fvg in prima fila per fornire supporto.
In Friuli Venezia Giulia in almeno una coppia su dieci le ragazze subiscono già violenza fisica, sessuale o psicologica dai loro fidanzati. In Italia si commette un femminicidio ogni tre giorni. Dati allarmanti che devono far riflettere ogni giorno, a maggior ragione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si ricorda ogni anno il 25 novembre.
“È fondamentale – avverte Roberto Calvani, presidente regionale dell’Ordine psicologi FvgVG, nonché segretario nazionale della categoria – condannare ogni forma di violenza contro le donne e tutti i pregiudizi e gli stereotipi che ancora si annidano attorno al tema, come il poter pensare che se una donna non riesce a lasciare un partner violento sia in qualche modo responsabile di quanto le sta accadendo, o che lo sia una ragazza che è uscita con il partner che le piaceva e poi ha subito una violenza sessuale. La responsabilità è sempre di chi commette l’agito violento”.
Il ruolo degli psicologi nei casi di violenza è quello di supportare le donne nel loro percorso di uscita dalla violenza, stando loro accanto, ma senza sostituirsi, rispettando l’autonomia delle donne e cercando di rispondere correttamente ai loro bisogni. È decisivo che gli psicologi stringano una sinergia sempre più piena con le altre figure professionali e gli altri enti della rete anti violenza, come i centri anti violenza, i servizi sanitari e sociali, le forze dell’ordine, tribunali e avvocati.
Tra le priorità portate all’attenzione degli psicologi c’è quella di prestare attenzione ai minori figli e figlie delle donne vittime di violenza, poiché esposti alla violenza cui hanno assistito quando non anche essi stessi vittime di violenza diretta, tanto che si stima che dal 40 al 70% degli uomini violenti con le partner, questi lo sono anche nei confronti dei figli. Secondo la Convenzione di Istanbul i figli e le figlie delle donne vittime di violenza, sono anch’essi “vittime di violenza domestica anche in quanto testimoni di violenze all’interno della famiglia”.
L’Ordine degli psicologi Fvg negli ultimi anni ha organizzato spesso convegni sulla violenza contro le donne e i minori. Da quest’anno all’interno dell’Ordine regionale si è costituito il Comitato Pari Opportunità, la cui coordinatrice è la consigliera Lucia Beltramini e che, come prima iniziativa, ha proposto agli iscritti, proprio in occasione della Giornata internazionale, un webinar che intende analizzare le possibili strategie di prevenzione della violenza contro le donne e le ragazze a scuola e nei contesti educativi, con adolescenti e insegnanti.
Il webinar si terrà venerdì 27, dalle 18 alle 19.30, con il titolo Prevenire la violenza di genere a scuola: l’intervento con ragazze/i e insegnanti. Relatrice la stessa Beltramini, psicologa, psicoterapeuta, dottore di ricerca e docente a contratto dell’università degli studi di Trieste con un insegnamento in violenza alle donne e ai minori. Beltramini è anche autrice del libro La violenza di genere in adolescenza. Una guida per la prevenzione a scuola, edito quest’anno da Carocci.
È partita intanto il 30 ottobre a Trieste la campagna dinamica sugli stereotipi di genere 2020, realizzata dalla Commissione Pari Opportunità del Comune del capoluogo regionale in vista proprio del 25 novembre. Come negli anni scorsi, la Cpo si è avvalsa della collaborazione dell’Ordine regionale degli psicologi del Fvg che ha contribuito in modo scientifico all’iniziativa. I messaggi della campagna, intitolata Io sono mia, sono frasi semplici affiancate da un’immagine che ne esalta il significato. Saranno esposti per tutto il mese di novembre su 12 autobus di linea della Trieste Trasporti con diverse frasi ad effetto come “l’indipendenza economica è la tua libertà. Chi la inibisce non ti ama”, “Il controllo economico è una forma di violenza; se controlla i tuoi movimenti e le tue attività ti sta isolando, non ti ama” o, ancora, “I comportamenti controllanti sono una forma di violenza; se ti umilia, ti svaluta, vuole farti sentire debole. Non ti ama. L’umiliazione è una forma di violenza”.