La conseguenze economiche del coronavirus.
Come è cambiata la situazione economica in Friuli Venezia Giulia con il coronavirus? L’indagine dell’Ires sui dati Istat, ministero del Lavoro e dell’Economia studia gli effetti della pandemia sulle assunzioni e sulle partite Iva.
Il numero di occupati è stabile.
In regione, nel primo trimestre del 2020, il numero di occupati si attesta a 513.800, un valore sostanzialmente analogo a quello del trimestre precedente e superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (496.900 unità). Lo evidenzia Alessandro Russo, ricercatore dell’Ires Fvg. A differenza di quanto rilevato a livello nazionale, dunque, le stime dell’istituto sul mercato del lavoro regionale non sembrano ancora risentire dell’impatto negativo dell’emergenza sanitaria.
Inoltre, si possono ricordare gli ingenti interventi messi in campo per sostenere l’occupazione, a partire dalla cassa integrazione fino al blocco dei licenziamenti. Pertanto si può prevedere che nel secondo trimestre si registrerà un’evoluzione negativa. Infine, nel primo trimestre il numero di nuove assunzioni è in calo di quasi il 10% su base annua e le cessazioni dei rapporti di lavoro sono leggermente aumentate (+3%).
Gli inattivi sono in aumento.
Il numero di persone in cerca di occupazione in Fvg supera di poco le 33.400 unità, in diminuzione sia su base tendenziale (nello stesso periodo dello scorso anno era pari a 34.400) sia rispetto al trimestre precedente (35.300 unità). Il tasso di disoccupazione regionale è pari a 6,1%, ma per la componente femminile supera l’8%.
Il numero di inattivi in età lavorativa (211.600 tra 15 e 64 anni) risulta invece in aumento rispetto al quarto trimestre del 2019, quando si attestava a quota 210.200. Si tratta di un numero che sembra destinato ad crescere sensibilmente nel secondo trimestre data la fase di eccezionale difficoltà e la gradualità che sta caratterizzando la ripresa delle attività produttive. Infatti, le limitazioni legate al lockdown hanno reso molto difficile, se non quasi impossibile, la ricerca di un’occupazione, per effetto dei maggiori carichi familiari, delle forti limitazioni agli spostamenti, del blocco di molti settori produttivi.
Diminuiscono le aperture di partite Iva.
Nel primo trimestre del 2020 il numero di aperture di partite Iva in regione è stato pari a 2.610, un dato inferiore del 16,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tale dinamica negativa è stata determinata prevalentemente dall’emergenza sanitaria; in particolare nel mese di marzo si è verificato un crollo delle nuove aperture, sia a livello nazionale (-50,5% rispetto allo stesso mese del 2019) sia regionale (-40,1%).
A livello territoriale il numero mostra una flessione superiore al 20% nelle province di Udine (-22,8%) e Pordenone (-20,7%), mentre in quelle di Trieste (-2,9%) e Gorizia (-1,5%) le variazioni sono molto più contenute. Sono inoltre le due province che presentano i risultati meno negativi in Italia, le uniche con una diminuzione inferiore a -3%.
L’indennità di 600 euro.
Il decreto Cura Italia ha previsto varie misure di sostegno al mondo del lavoro. Tra queste c’era anche una indennità di 600 euroin favore di cinque categorie di lavoratori: professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa; lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Inps; lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali; lavoratori del settore agricolo; lavoratori dello spettacolo.
In regione, le domande accolte sono state quasi 71.000 su un totale nazionale di poco meno di 4 milioni. La categoria più rappresentata è stata quella dei lavoratori autonomi (oltre 54.000 domande accolte in regione) seguiti da professionisti e collaboratori (circa 7.600 domande).