I risultati dei campioni sulle mascherine chirurgiche.
Si è concluso il servizio di verifica dei materiali usati per la produzione di mascherine, operato dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) insieme all‘Università di Udine. Ora sono cambiate le condizioni dell’emergenza, quindi l’accettazione dei campioni da testare è sospesa. Tuttavia, gli enti garantiscono supporto tecnico alla Protezione civile in caso di necessità.
Dal 14 aprile, Arpa e università hanno avviato dei test sui materiali filtranti impiegati nelle mascherine chirurgiche, da sottoporre poi alla visione dell’Istituto superiore di sanità. Infatti, dalla data di avvio dell’operazione sono circa un centinaio i campioni realizzati. Le analisi prevedevano la valutazione della respirabilità, dell’efficienza di filtrazione e della pulizia microbica.
I risultati hanno confermato quanto già individuato dal politecnico di Milano e hanno individuato tra i materiali più adatti, quelli preparati con un adeguato contenuto di tnt di meltblown in strato singolo o più strati. Tuttavia, i test hanno anche fatto emergere che solo un numero limitato di campioni risulta essere adatto per i dispositivi di sicurezza.
In particolare, il 67 per cento ha una efficienza di filtrazione per particelle minori a 1 micrometro più bassa rispetto al campione di controllo, mentre il 38% ha presentato un valore di pressione differenziale superiore a 60 Pa/cm2. Infine, buone sono risultate le prestazioni per la rimozione di particelle con diametro maggiore ai 5 micrometri, requisito richiesto dalla Protezione Civile per la fornitura di mascherine per la popolazione.