Legambiente sugli incendi in Friuli.
“Da Monfalcone a Resia i boschi stanno bruciando con incredibile virulenza che nessuna forza umana sembra in grado di spegnere”, è questo l’allarme preoccupato che lancia Legambiente Fvg. Descrivendo in realtà quello è sotto gli occhi di tutti: i disastro incendi boschi che stanno martoriano il territorio del Friuli Venezia Giulia.
Due sono le componenti alla base di questo disastro: l’aridità del suolo e la temperatura dell’aria, eccessivamente alta. Entrambe condizioni ideali per innescare un incendio di vaste proporzioni. E la difficoltà a spegnerli? Stiamo assistendo da giorni a continui interventi di Canadair e Vigili del fuoco, ma nonostante le enorme mole d’acqua che viene lanciata sugli incendi questi spesso non accennano a spegnersi.
“L’acqua versata dagli aerei e dagli elicotteri – spiega Legambiente Fvg – praticamente evapora prima di raggiungere il suolo e, a maggior ragione, con le fiamme in chioma non si riesce ad ottenere significativi risultati. Se va bene si può contenere l’avanzata dei fronti di fuoco con la realistica previsione (che è quasi una certezza) che il prossimo refolo di vento farà ripartire le fiamme“. Una previsione spaventosa.
Come combattere gli incendi.
“Solo forti piogge, al momento non previste, potranno spegnere questi disastrosi fuochi; il rischio di ripartenze resterà elevato”, è questa la triste analisi di Legambiente Fvg. Ma allora che strumenti concreti abbiamo per riuscire a contrastarli? “La lotta agli incendi boschivi non si fa con i mezzi aerei, in particolare quelli ad ala fissa; questi servono da contenimento e da appoggio al lavoro che a terra le tante squadre di uomini organizzati devono svolgere”. Quindi la vera forza sono: la Protezione civile, il Corpo forestale, i vigili del fuoco, e i tanti volontari che si sono uniti a loro. Come Elena Lo Duca, la coordinatrice del gruppo comunale di Protezione civile di Prepotto morta proprio durante le operazioni di spegnimento.
La prevenzione per il futuro.
L’altra soluzione contro gli incendi non è aiuta allo spegnimento dei focolai che si sono già accesi ma a quelli che inevitabilmente, sottolinea Legambiente Fvg, si creeranno in futuro non si cambia qualcosa. Quindi è inevitabile parlare di prevenzione. “D’altronde, come non vedere che questi incendi sono conseguenza della grave siccità e come ci si trovi di fronte ad una tempesta perfetta che trae la sua origine dai cambiamenti climatici in atto”. La domanda è cosa fareper ridurre strutturalmente il rischio del ripetersi di queste tragedie.
La risposta di Legambiente è una pianificazione unitaria delle azioni in capo alla Regione, visto che l’associazione denuncia come il Friuli sia privo di un piano di lotta agli incendi boschivi. Azioni da associare con quelle di rango comunale da inserire nei piani comunali di protezione civile. Quello che Legambiente denuncia è che questo tipo di prevenzione è da anni che si è smesso di farla, lasciando così che si accumulasse materiale vegetale. Che poi si rivela una potente fonte di combustione. Non ultimo si ricorda l’utilità di rafforzare le unità e l’organizzazione dei volontari che, come stiamo vedendo in questa occasione sono stati di vitale importanza.