Fotovoltaico in Friuli Venezia Giulia: approvato il disegno di legge. Ecco le nuove regole

Un momento dei lavori d'Aula

Approvato disegno di legge 38: le nuove regole per il fotovoltaico e gli impianti di energia rinnovabile.

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato a maggioranza il disegno di legge 38, una norma che punta a bilanciare l’espansione degli impianti di energia rinnovabile con la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico.

Tra le principali novità introdotte dal provvedimento c’è la creazione di una mappa digitale, consultabile da tutti, che delineerà le aree idonee e quelle non idonee all’installazione di parchi fotovoltaici nella regione. La mappa sarà accessibile attraverso la piattaforma webgiseagle.fvg. Questo strumento, costantemente aggiornato, permetterà di visualizzare con precisione le aree in cui sarà possibile o vietato costruire impianti fotovoltaici.

Le aree idonee all’installazione di impianti

Sono state individuate diverse tipologie di aree considerate idonee per ospitare impianti fotovoltaici e di produzione di biometano. Tra queste figurano:

  • Zone industriali, artigianali, di servizio e logistica.
  • Tetti di edifici e parcheggi.
  • Aree con impianti esistenti, purché l’ampliamento non superi il 20% della superficie già occupata.
  • Cave dismesse e impianti appartenenti alle Ferrovie dello Stato.
  • Aree interne agli stabilimenti industriali e ai siti di produzione di biometano.
  • Discariche, superfici militari dismesse e aree lungo la rete autostradale entro 300 metri di distanza.

Le regole per le aree agricole

L’installazione di impianti sarà consentita nelle zone agricole solo se situate entro 500 metri da un’area industriale o da uno stabilimento. Inoltre, nelle stesse aree gli impianti con moduli a terra saranno ammessi solo se non comportano un incremento della superficie occupata. Restano escluse le aree destinate alla creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

Le aree non idonee

Saranno invece escluse dalla possibilità di installare impianti fotovoltaici le aree di particolare pregio culturale e ambientale, tra cui:

  • Siti UNESCO certificati o in fase di candidatura.
  • Paesaggi rurali iscritti nel Registro nazionale.
  • Zone tutelate per legge dal punto di vista paesaggistico.
  • Aree naturali protette, parchi e riserve regionali.
  • Zone umide di importanza internazionale e aree comprese nella Rete Natura 2000.
  • Terreni agricoli destinati a produzioni agroalimentari di qualità (DOP, IGP, biologico, DOC, DOCG, De.Co.).

Fasce di rispetto e iter autorizzativi

Fino alla definizione della cartografia dettagliata, la legge stabilisce che gli impianti fotovoltaici dovranno rispettare una distanza di almeno 500 metri dai beni sottoposti a tutela, mentre per gli impianti eolici la distanza minima sarà di tre chilometri. Le aree non classificate né come idonee né come non idonee seguiranno il normale iter autorizzativo.

Criteri di valutazione e compensazioni ambientali

Un ulteriore aspetto regolato dalla legge riguarda i criteri per l’approvazione dei progetti. Tra i fattori considerati rientrano:

  • Il minor consumo possibile di suolo.
  • La tutela delle visuali panoramiche di pregio.
  • L’ottimizzazione della resa energetica in rapporto alla superficie occupata.

La mappa delle aree.

Nello specifico, l’articolo 6 disciplina la cartografia delle superfici e delle aree idonee e di quelle non idonee che saranno consultabili attraverso la piattaforma geografica webgiseagle.fvg. La norma dispone che la cartografia delle aree idonee sarà contestualmente consultabile all’entrata in vigore della legge e costantemente aggiornata in modalità automatica, mediante interscambio di dati tra le strutture regionali competenti in materia e integrata con l’indicazione dei siti contaminati oggetto di bonifica, mentre quella della aree non idonee sarà consultabile entro dodici mesi dalla legge a seguito di un procedimento che prevede l’approvazione preliminare da parte della Giunta regionale e della Commissione consiliare competente, previo parere del Cal a cui farà seguito un periodo di acquisizione di eventuali osservazioni.

La Giunta ha presentato un emendamento precisando che “la cartografia assicura l’interscambio degli strati informativi con la piattaforma unica digitale nazionale per impianti a fonti rinnovabili e che, in sede di istruttoria, verrà sentito anche il ministero della Cultura per acquisire valutazioni in ordine di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Inoltre, viene specificato che anche i Comuni dovranno compartecipare alla definizione della cartografia delle aree non idonee.

Scoccimarro: “Il Friuli Venezia Giulia tra le prime Regioni in Italia a regolare il settore fotovoltaico”

“Con la legge approvata oggi il Friuli Venezia Giulia si pone tra le prime Regioni in Italia a normare in modo compiuto e funzionale il settore fotovoltaico, senza scontri con norme o enti superiori, ma con una strategia chiara e sostenibile”, a affermato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro.

“Questo disegno di legge è la risposta a una sfida complessa: garantire energia pulita e indipendente senza compromettere la bellezza, la produttività e l’identità del nostro territorio. Chi vorrà realizzare impianti con potenza superiore a 1 megawatt – ha rilevato l’assessore – dovrà prevedere misure di compensazione e attivare un processo di comunicazione e informazione, affinché le comunità locali siano parte attiva nelle scelte che riguardano il loro territorio”.

Secondo Scoccimarro, “gli elementi necessari ci sono tutti affinché transizione energetica e salvaguardia del territorio possano trovare un punto di incontro proficuo nella nostra comunità, equilibrio che abbiamo cercato anche nella funzionalità della norma con l’interesse di agire per non posticipare le nostre responsabilità”.

L’assessore ha valutato anche con favore i termini usati dall’opposizione di una legge “conservativa e prudente: mi permetto di essere d’accordo – così Scoccimarro – in quanto sono in questa questione dei termini positivi, e non negativi come vorrebbero essere usati. La Regione non ha potuto intervenire prima perché il decreto che definisce il perimetro normativo per le Regioni è stato pubblicato solo il 2 luglio 2024 e una certa prudenza era d’obbligo ricordando come nel 2021 la legge fosse stata impugnata dal Governo Draghi”.

“Su alcuni aspetti – ha aggiunto l’assessore – abbiamo scelto di spingere con determinazione, in particolare nell’articolo 5, relativo alla localizzazione delle aree idonee agli impianti, dove abbiamo voluto imprimere un forte segno politico. Su questo punto, sarà mia premura portare il confronto a livello nazionale, discutendone direttamente a Roma con le componenti politiche e tecniche”.

Scoccimarro ha evidenziato, infine, un altro aspetto: “Con il duplice fine di tutelare maggiormente le superfici agricole e regolamentare l’incremento dei progetti di impianti a biometano, abbiamo deciso di proporre un subemendamento all’articolo 8, nelle norme transitorie. Ovvero, finché non sono approvate le linee guida sull’approvazione dei progetti (12 mesi previsti) il limite del 3% riferito a tutta la superficie agricola del Comune è da intendersi come comprensivo oltre che degli impianti fotovoltaici anche di quelli a biometano”.