Il Governatore sulla reintroduzione delle Province in Fvg.
“C’è la necessità di un ente intermedio elettivo tra la Regione, che deve fornire le linee di indirizzo legislativo, e i Comuni, per garantire una gestione territoriale più efficace e coerente con le realtà locali”. Lo ha dichiarato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo in videoconferenza da Bruxelles al convegno ‘La riforma delle Province e il modello lombardo’ tenutosi a Monza. Fedriga ha ribadito che i nuovi enti intermedi dovranno essere elettivi, affinché siano una reale espressione della volontà popolare e della rappresentatività territoriale.
Con le Province si supera il caos amministrativo.
Il governatore ha ricordato come, nella legislatura precedente alla sua amministrazione, il Friuli Venezia Giulia sia stata tra le poche Regioni ad abolire le Province, creando un vuoto amministrativo che ha generato disfunzioni nella governance locale. Per questo motivo, la sua Giunta ha avviato un percorso di riforma che ha già superato la prima lettura alla Camera. “Confidiamo in un iter rapido per arrivare quanto prima alle elezioni per il governo delle nuove Province”, ha affermato Fedriga.
Il governatore ha poi espresso perplessità sui tempi di approvazione della norma da parte del Parlamento, sottolineando che il Consiglio regionale ha già dato il via libera al ritorno delle Province due anni fa. “A volte mi lascia perplesso il rispetto che ha il Parlamento per i territori”, ha dichiarato. “Siamo stati tra i primi a opporci all’abolizione delle Province perché il nostro obiettivo è sempre stato migliorare l’organizzazione dei servizi. Purtroppo, con la legge Delrio questo non è avvenuto”.
Dagli Enti di Decentramento alle nuove Province
Il governatore ha sottolineato che l’azione della Regione si basa sulle fondamenta costruite con gli Enti di Decentramento Regionale (Edr), strutture che garantiscono il passaggio graduale di personale e funzioni verso le nuove Province. “I due aspetti sono strettamente complementari – ha spiegato – senza il giusto personale e adeguate risorse economiche, rischiamo di non essere in grado di rispondere alle esigenze dei territori, con inevitabili conseguenze negative sulla qualità dei servizi offerti alla popolazione”.