Le responsabilità della Regione.
Diciassette lavoratori non riassorbiti, tra musicisti e amministrativi, e tempi lunghi per l’erogazione delle paghe arretrate. Questo l’esito della lunga vertenza che ha portato alla chiusura dell’ex Orchesta sinfonica del Friuli Venezia Giulia e al fallimento dell’associazione a cui faceva capo, chiesto dal liquidatore nominato nell’ottobre scorso dal tribunale di Udine.
A fare il punto della situazione sono Riccardo Uccheddu, della Slc-Cgil, e Paolo Battaino della Uilcom- Uil, che denunciano il disinteresse dell’assessore alla Cultura Tiziana Gibelli e del presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che avevano più volte sollecitato a intervenire proprio per scongiurare l’ipotesi del fallimento, la più lunga e dolorosa per i lavoratori.
Dietro al fallimento, spiegano la Cgil e la Uil, la revoca da parte della Regione del finanziamento di 350mila euro disposto nello scorso mese di aprile con la legge 6/2019, che doveva essere destinato a garantire lo svolgimento dell’attività dell’orchestra fino a tutto il mese di luglio.
«In fase di ricognizione di debiti e crediti – spiegano Uccheddu e Battaino – il liquidatore ha contattato l’assessorato alla cultura per concordare l’erogazione del finanziamento deliberato e poter procedere al pagamento in primis dei debiti verso i lavoratori, che non ricevevano la retribuzione da aprile e attendono tuttora il pagamento delle competenze di chiusura. Di fronte all’esito negativo della richiesta, rigettata dalla Regione nonostante i lavoratori dell’orchestra abbia onorato i loro impegni fino alla data prevista, il liquidatore non ha potuto fare altro che promuovere istanza di fallimento. La Regione, da parte sua, ha deciso di dirottare su altri fronti il finanziamento previsto, decretando di fatto il fallimento dell’orchestra e affidando i lavoratori al proprio destino».
Pur giudicando positivamente la scelta di dare continuità all’esperienza di una compagine regionale con l’avvio e il finanziamento della formazione denominata Fvg Orchestra, che come noto fa capo a una nuova associazione, la Cgil boccia senza appello il comportamento della Giunta regionale: «Non possiamo che giudicare quantomeno scorretta – dichiarano i due sindacalisti – la scelta di lasciare senza retribuzione e liquidazione i lavoratori, che si sono prodigati per mantener fede agli impegni artistici assunti fino in fondo, cioè fino agli ultimi concerti di luglio»
Sebbene abbiano portato a termine il programma, tutti i 46 dipendenti a tempo indeterminato della vecchia orchestra attendono ancora quattro mesi di retribuzione e il Tfr. In 17, inoltre, si sono visti tagliare il posto di lavoro: nella nuova formazione, che a regime sarà composta da 36 musicisti, hanno trovato posto infatti soltanto 29 componenti della precedente sinfonica.
«Senza paga – concludono Uccheddu e Battaino – e senza lavoro, vittime impotenti di una sorta di spoils system che li ha coinvolti come se fossero alti dirigenti politicamente sgraditi. Il tutto con la beffa finale di un fallimento che si sarebbe potuto e dovuto evitare: sarebbe bastato che la Regione onorasse gli impegni messi nero su bianco nella legge 6. Un comportamento che sarebbe inaccettabile da parte di qualsiasi datore di lavoro, ma che diventa doppiamente censurabile se nei panni del “padrone” c’è un ente pubblico come la Regione».