Dall’Europa in arrivo regole più stringenti sulle stufe a legna.
L’Unione Europea mette nel mirino le stufe a legna, con delle nuove normative che rischiano di avere un grosso impatto su cittadini e imprese. Al centro della polemica vi è il nuovo regolamento Ecodesign per le stufe a combustibile solido, che prevede misure drastiche in materia di emissioni e obblighi tecnici per i produttori.
A sollevare il caso l’eurodeputata della Lega, Anna Cisint, ha denunciato apertamente le criticità di queste disposizioni, sottolineando le pesanti conseguenze economiche e sociali che ne deriverebbero, in particolare per le famiglie a basso reddito e le aree rurali. In una lettera indirizzata alla Commissione Europea, Cisint chiede il ritiro immediato delle norme e un confronto più ampio con i rappresentanti del settore. Il dibattito è acceso e l’attesa per la presentazione ufficiale del testo, prevista per il 19 aprile, resta alta.
Cisint: “Nuova follia europea sulle stufe a legna”.
“L’Unione Europea continua a imporre regolamenti che strangolano famiglie e imprese, dimostrando ancora di essere lontana dalle reali esigenze dei cittadini. È inaccettabile che la burocrazia comunitaria ignori le difficoltà economiche e sociali, colpendo i più fragili e il nostro sistema produttivo“. Così l’eurodeputata della Lega Anna Cisint, firmataria della lettera inviata alla Commissione Europea per denunciare le gravi criticità del nuovo regolamento Ecodesign per le stufe a combustibile solido.
“Bruxelles ora vuole obbligare a collegare le stufe alla rete elettrica, riducendo l’autosufficienza energetica e colpendo duramente chi vive nelle aree rurali, dove non esistono alternative accessibili. La drastica riduzione dei limiti sulle emissioni di particolato imposta dalla Commissione costringerebbe a una costosa e complessa riprogettazione delle camere di combustione, con effetti devastanti per produttori e consumatori. L’Europa non può continuare a imporre vincoli irrealistici che rischiano di mettere in ginocchio interi settori!”
“Non possiamo accettare che decisioni così impattanti vengano calate dall’alto senza un vero confronto con chi ne subirà le conseguenze. Di nuovo, le famiglie a basso reddito e le aree più isolate pagheranno il prezzo più alto. Queste norme rischiano di ottenere l’effetto opposto a quello dichiarato, incentivando l’uso di vecchi impianti più inquinanti, a dimostrazione dell’ipocrisia di chi dice di voler tutelare l’ambiente mentre impone regole scollegate dalla realtà”.
“Abbiamo chiesto alla Commissione Europea di ritirare immediatamente queste norme insostenibili e di aprire un vero confronto con i rappresentanti del settore e i cittadini. Ci aspettiamo che il testo in presentazione il prossimo 19 aprile sia completamente ridimensionato rispetto alle precedenti indicazioni e che finalmente si tenga conto delle esigenze reali dei Paesi membri“, conclude L’onorevole. Cisint:.