Le etichette sul vino continuano a far discutere.
“Non è una questione di salute, ma di un’Europa ostaggio di lobby e multinazionali“. Coldiretti Fvg rilancia le parole del presidente nazionale Ettore Prandini sul via libera all’Irlanda delle etichette con la scritta “nuoce gravemente alla salute” sul vino, come già accade per le sigarette.
Una linea “inaccettabile – osserva il direttore regionale della Coldiretti Cesare Magalini – e che contestiamo anche in difesa di un settore che vale in Italia 14 miliardi di euro e dà lavoro a 1 milione e 300mila persone, con numeri importanti anche in Friuli Venezia Giulia, con oltre 4mila aziende vinicole, un export pari a 146 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022 e 27mila ettari coltivati”.
Il giusto impegno dell’Unione europea per tutelare la salute dei cittadini, secondo il presidente di Coldiretti Udine Gino Vendrame, “non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.
È infatti del tutto improprio, sostiene Coldiretti, assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta 10mila anni di storia. “Vorremmo sapere – conclude Magalini – perché gli stessi allarmi che si lanciano sul vino non li sentiamo per i cibi ultraprocessati, pieni di sostanze chimiche, di cui si fa fatica a riconoscere gli ingredienti e che l’Europa vuole imporci“.