Il Pd presenta in candidati in vista del voto del 25 settembre.
Il Pd smorza le polemiche in vista del voto del 25 settembre e presentando i suoi candidati per il Fvg parla di “svolta storica”. “Mettiamo in campo persone competenti, amministratori radicati nel territorio che possono rappresentare la sfida gigantesca che il Partito democratico si appresta a sostenere con orgoglio e coraggio, insieme agli alleati. Siamo di fronte a una scelta assolutamente storica per il Paese e io credo che anche le nostre liste siano all’altezza del momento”.
Lo ha detto a Trieste il segretario Pd Fvg Cristiano Shaurli, introducendo la presentazione dei candidati dem alle elezioni politiche del 25 settembre. Erano presenti anche i segretari regionali di Articolo 1, Mauro Cedarmas e del Psi Andrea Castiglione. “Abbiamo le liste con la rappresentanza femminile più alta d’Italia – ha rivendicato il segretario del Pd – l’età media delle nostre liste supera di poco i 40 anni. E questa volta l’opzione sarà chiarissima: stare con chi vuole tornare da Orban e a Visegrad o con chi invece vuole una Europa democratica e progressista. La scelta – ha aggiunto Shaurli – è tra chi non si rende conto che il lavoro è sempre più povero e precario e chi, come il Partito Democratico, propone il salario minimo per i nostri giovani e la detassazione degli stipendi per avere una mensilità in più”.
Nelle liste proporzionali per la Camera dei Deputati ci sono Debora Serracchiani, Cristiano Shaurli, Serena Francovich, e Fausto Tomasello. Nelle liste proporzionali per il Senato della Repubblica ci sono Tatjana Rojc, Paolo Coppola e Roberta Russi, mentre nel collegio uninominale Camera 1 (Pordenone e Alto Friuli) si presenta Gloria Favret, nel collegio Camera 2 (Udine) Manuela Celotti, e nel collegio Camera 3 (Trieste) Caterina Conti.
Serracchiani ha sottolineato la necessità di “rappresentare bene una regione che ha una posizione geografica e storica particolarmente importante in questi momenti di passaggio” e ha ribadito che il Pd invita gli italiani a “scegliere tra due alternative completamente diverse”. Riferendosi a Salvini ha ricordato che “c’è chi ha adottato come parola d’ordine ‘credo’, una personalizzazione fideistica”, mentre Meloni “ha scelto la parola ‘pronti’ e passa tutti i giorni a spiegare che è cambiata, che è moderata e non deve spaventare l’Europa e i mercati. La nostra parola – ha spiegato la capogruppo dem – è ‘scegli’, tra noi e loro, tra Putin e l’Europa, tra i combustibili fossili e le rinnovabili, tra la discriminazione e i diritti”.
La senatrice Rojc ha sottolineato il “valore della pluralità e della democrazia per il Pd” di cui, ha detto “io ne sono l’esempio, non soltanto perché rappresento la minoranza slovena ma perché credo che devo portare avanti le istanze della specialità di questa Regione e soprattutto l’idea dell’Europa che abbiamo noi del Partito democratico”.