L’export delle imprese secondo l’Istat.
Il 2021 per le imprese in Italia si chiude con il +2,9% per quanto riguarda l’export, dovuto soprattutto all’aumento delle vendite di energia (+44,1%), beni intermedi (+6,1%) e strumentali (+1,7%). Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat “Commercio estero extra Ue“, dove è stato analizzato l’interscambio commerciale del nostro Paese con l’estero.
Su base annua, secondo Istat, la crescita dell’export torna ad accelerare, da un +4% di ottobre si è passati ad un +13,3% di novembre 2021. Se da un lato l’aumento si registra per la vendita di energia e beni intermedi, dall’altro calano le esportazioni dei beni di consumo non durevoli, come alimenti o materie prime, -2,6%, e durevoli, come elettrodomestici e auto, -2,2%. Facendo invece un confronto sul saldo commerciale rispetto all’anno prima si registra una diminuzione: la stima per novembre 2021 è pari a +4.210 milioni, mentre per novembre 2020 era di +6.626 milioni.
Le imprese in Fvg.
Per quanto riguarda invece le ore di cassa integrazione, a fornire un quadro generale della situazione in regione ci sono i dati pubblicati dalla CIG. Il numero di ore autorizzate per la cassa integrazione sono diminuite rispetto al 2020 del 48%. Restano però molto alte lo stesso: nei primi sei mesi del 2021 si parla di quasi 36 milioni di ore, contro le 54 milioni registrate nello stesso periodo l’anno prima.
“Possiamo dire che nel 2021 c’è stata una ripresa, specialmente nella seconda parte dell’anno, per i settori dell’edilizia, pensando al bonus 110%, per le aziende del legno e per quelle metalmeccaniche – afferma Villiam Pezzetta, segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia – ma soffrono il settore dell’automotive e la siderurgia”. In questo quadro, però, la ripresa però non ha coinciso con l’occupazione: “Pensando anche al turismo, che è ripartito bene – continua Pezzetta – c’è stata un massiccia richiesta di precarietà”.
“Per il prossimo anno c’è una grande incognita: il costo relativo al gas e all’energia – spiega Pezzetta – sarà necessario capire l’andamento del mercato di riferimento e anche come cambierà la situazione legata alla pandemia e al virus“. Per quanto riguarda il 2022, secondo Pezzetta, sarà trainato dall’ edilizia e dalla cantieristica, anche se resterà fondamentale comprendere l’impatto dei prezzi delle materie prime. “Mi auguro che i fondi del Recovery Fund, del Pnrr e tutti gli altri benefici per le imprese – conclude Pezzetta – siano destinati alle nuove filiere legate al green, quindi alla sostenibilità ambientale, all’occupazione e alla qualità, cosa che per ora non vedo”.
Il lavoro in Fvg.
Andamento positivo in Friuli Venezia Giulia anche per i numeri dei posti di lavoro recuperati rispetto al 2020. Ad affermarlo Cristiano Pizzo, segretario regionale di Cisl. “Sono stati recuperati diversi posti di lavoro che l’anno precedente aveva tagliato – sostiene Pizzo – ma resta un problema: il 75% dei lavori sono precari“. Una situazione che Pizzo assicura verrà affrontata nel 2022.
Il prossimo anno sarà l’anno della qualità e quantità dei lavoratori. Come spiega Pizzo, infatti, specialmente nel territorio di Pordenone, molte sono le imprese multinazionali che decidono di investire sul territorio. “Manca manodopera specializzata e questo rischia per noi di non essere competitivi con altri posti – conclude Pizzo – ecco quindi che ci concentreremo per assicurare professionalità di un certo livello per tutte le imprese”. La sfida quindi per il 2022 nel mondo del lavoro è offrire ai grandi investitori più servizi e più qualità per tutte le figure richieste, dall’operaio al manager.