Polemiche sull’approvazione della Direttiva sulle Emissioni Industriali
Il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto con gli Stati membri riguardante la revisione della Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED). Una direttiva che, nonostante l’obiettivo condivisibile, ha creato diverse polemiche soprattutto per le scadenze troppo ravvicinato e il le incombenze che saranno scaricate sulle imprese.
“Anziché sostenere le imprese locali in una competizione globale giocata senza regole comuni, l’Europa continua a scaricare sulle loro spalle tutto il peso del Green Deal. Oggi ne abbiamo avuto l’ennesima riprova”. Questo il commento dell’europarlamentare Elena Lizzi (Lega-Identità e Democrazia), che nella plenaria a Strasburgo ha votato contro la revisione della Direttiva relativa alle emissioni industriali (Ied). Le nuove norme ampliano ulteriormente i soggetti obbligati e impongono scadenze troppo ravvicinate. Inoltre, gli allevamenti bovini, al momento esclusi, potrebbero rientrare tra non molto, nel 2026.
“A fronte di obiettivi condivisibili, ovvero una migliore protezione della salute umana e dell’ambiente – continua Lizzi – la nuova Direttiva impone alle imprese costi e incombenze burocratiche eccessive. Questa non è la strada giusta per l’Europa e i suoi cittadini. Noi continuiamo a ribadire che la sostenibilità ambientale delle produzioni europee deve conciliarsi anche con la loro sostenibilità sociale ed economica. Non possiamo continuare ad azzopparci da soli, quando altri Paesi extraeuropei, con produzioni ben più inquinanti, ci stanno sottraendo quote di mercato e quindi benessere a noi e ai nostri figli”.