La relazione del difensore civico del Friuli Venezia Giulia.
La fine dell’emergenza pandemia ha ridisegnato la mappa degli interventi richiesti al Difensore civico regionale, che è anche garante della Salute e garante Ater. Se infatti nel 2021 i casi sanitari affrontati dal Difensore furono 84, pari al 32 per cento del volume totale di attività, nell’anno successivo sono scesi a 58, pari al 23,8%.
La maggior parte delle richieste si è dunque concentrata su procedimenti amministrativi in corso (82 interventi, pari al 35%) che vedevano come interlocutore principalmente gli enti locali (33%), le Aziende sanitarie (23%), lo Stato e gli organi parastatali (14%), i privati (12%) e la Regione (9%). Meno rilevante il numero dei ricorsi contro accessi a dati, documenti e informazioni negati da parte delle pubbliche amministrazioni (44, pari al 18%) e della composizione di dissidi privati (31, pari al 13%). Ancor più marginale il peso del contenzioso Ater (5 casi).
È questa la nuova fotografia fornita dall’organismo di garanzia del Consiglio regionale, illustrata nella relazione annuale e dettagliata dallo stesso Difensore civico, Arrigo De Pauli, al presidente Mauro Bordin e agli altri membri dell’Ufficio di presidenza. Le segnalazioni hanno riguardato soprattutto questioni ambientali, criticità nei servizi pubblici di trasporto, viabilità e parcheggi, piani regolatori, permessi di costruzione, graduatorie di concorsi pubblici e ammissioni a centri estivi. In tema di sanità le richieste di intervento riguardavano in particolare i tempi di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici, e la negata possibilità di rivolgersi a strutture private con diritto al rimborso in caso di più o meno vistoso sforamento.
Le richieste al difensore civico in Friuli Venezia Giulia.
Il numero totale degli interventi, 235, è leggermente in calo rispetto all’anno precedente (quando furono 257), ma ben superiore ai 181 procedimenti del 2020. De Pauli ribadisce comunque anche in questa occasione che l’organismo di garanzia patisce ancora l’oblio causato dal vuoto protrattosi dal 2008, quando una legge regionale ne sancì la soppressione dopo 27 anni, e aggravato dalla parallela abolizione, a livello nazionale, del Difensore civico comunale. Una situazione alla quale si cerca di porre rimedio attraverso la collaborazione con i mass media, utile a rendere nota l’attività di un ente che, come viene ricordato nella relazione, “è posto gratuitamente a tutela delle persone a seguito di segnalazioni relative a carenze, irregolarità, disfunzioni e ritardi ascrivibili alle pubbliche amministrazioni“.
Nuove convenzioni con i Comuni.
Un altro aspetto importante è l’allargamento delle convenzioni con i Comuni, passati dai 10 della fine del 2021 ai 24 del dicembre dell’anno successivo grazie all’accordo siglato con Ruda, Palmanova, Erto Casso, Cordovado, Casarsa della Delizia, Morsano al Tagliamento, San Vito al Tagliamento, Valvasone/Arzene, San Martino al Tagliamento, Caneva, Magnifica comunità delle Dolomiti friulane, Reana del Rojale, Corno di Rosazzo e Monfalcone.
“La pienezza della tutela – si legge ancora nella relazione – sarebbe raggiunta solo con la previsione, con apposita legge regionale, dell’estensione delle funzioni e dell’attività del Difensore civico a tutti i Comuni della regione, senza necessità di specifiche convenzioni“.
Come rivolgersi al difensore civico.
Ma come si approccia il cittadino agli uffici del Difensore civico? Principalmente attraverso l’e-mail e l’interlocuzione elettronica, modalità che però non soddisfa tutti gli interessati, in quanto molti hanno chiesto espressamente di essere ascoltati in presenza, con risultati positivi anche quando il richiedente veniva indotto a desistere da iniziative ritenute infondate. “Il contatto diretto – commenta De Pauli – rende ancora più evidente la funzione del Difensore civico come ponte di collegamento con la pubblica amministrazione, agevolmente accessibile e completamente gratuito”.
Quanto alla provenienza territoriale, il riparto degli interventi vede in testa l’ex provincia di Udine (46%) davanti a Trieste (30%), Pordenone (11%) e Gorizia (4%). L’età media degli utenti è superiore ai 50 anni.