I casi di femminicidio in Fvg negli ultimi anni.
L’ennesima vita spezzata. L’omicidio ad Aquileia di Marinella Maruel, accoltellata a morte dal marito Livio Duca dopo una lite, ha riportato alla luce altri casi analoghi del passato. E l’ennesimo femminicidio in Friuli ha riaperto anche la ferita delle famiglie delle vittime toccate da questa tragedia.
Fra i casi più noti, quello di Nadia Orlando, la giovane di Vidulis di Dignano uccisa il 31 luglio 2017 dall’ex fidanzato Francesco Mazzega. L’uomo, poi, aveva vagato in auto con il cadavere di Nadia per un’intera notte, prima di costituirsi. Una tragedia nella tragedia: Mazzega si è suicidato il 30 novembre 2019, dopo la condanna a 30 anni di carcere per l’omicidio. Non si tratta, purtroppo, di un episodio isolato: Michela Baldo, di Spilimbergo, è stata uccisa il 7 giugno 2016 dall’ex convivente Manuel Venier. Lui le aveva sparato, prima di rivolgere l’arma contro se stesso e fare fuoco.
Mai dimenticato anche il femminicidio di Lisa Puzzoli, appena 22enne, freddata a Villaorba di Basiliano da Vincenzo Manduca, con il quale aveva avuto una relazione. È accaduto nel dicembre 2012. Ancor più grande il dolore, perché Lisa era anche mamma di una bimba di 2 anni avuta proprio dal suo assassino. Nell’aprile 2010 a Feletto Umberto era toccato a Carmela Cirillo, strangolata dal marito Salvatore Guadagno.
Infine, sebbene più datato nel tempo, in Fvg si ricorda anche l’uccisione di Romina Ponzalli a Gorizia. Era il 2004 e anche in questo caso la morte è arrivata per mano di un ex convivente, Vincenzo De Caro: la coppia aveva anche due figli, entrambi in casa quando l’uomo ha sparato alla loro madre.
Dopo l’efferato episodio di ieri ad Aquileia, il Fvg è ancora una volta frastornato da una tragedia. “L’ennesimo femminicidio, è questo il termine giusto” ha fatto notare Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità. “Dobbiamo puntare su un cambio di rotta, a partire dalla cultura e dall’educazione dei giovani – ha aggiunto -. Bisogna dare maggior sostegno alle donne e garantire un servizio di vigilanza in tutte quelle situazioni critiche visibili, anche se non riusciremo a individuare le situazioni invisibili come quella di Marinella, purtroppo. Fondamentale è il ruolo dei media e della stampa, soprattutto nel non cercare false giustificazioni e attenuanti alle responsabilità individuali, piuttosto invitare le donne che vivono criticità familiari e non, a rivolgersi a centri di ascolto o segnalare gli abusi anche in forma anonima agli uffici preposti e al numero verde 1522″.