Le domande per le nuove centraline sui fiumi in Fvg.
“Serve una regolamentazione sulle piccole derivazioni d’acqua a uso idroelettrico. Sono decine le concessioni richieste in Regione: troppe. Bisogna intervenire”. Così Stefano Mazzolini, vicepresidente del consiglio regionale Fvg, annuncia l’avvio di un iter per tentare di risolvere il problema dello sfruttamento dei corsi idrici “che molto spesso non lasciano nulla al territorio dove nascono le risorse”.
Dopo la battaglia “per la nuova legge atta a dotare il Fvg di una società pubblica idroelettrica in relazione alle grandi derivazioni, che rivendico con fierezza perché prevede il recupero delle derivazioni una volta scadute e quindi il recupero dell’economia prodotta che potrà essere finalmente redistribuita sul territorio”, Mazzolini sposta ora il focus sulle piccole derivazioni. “Chi ci ha preceduto non ha fatto nulla per impedire lo sfruttamento delle nostre acque – prosegue il vicepresidente – e ora ci troviamo in una situazione complicata: per esempio come sta accadendo le centraline sul Fella e sul Degano, che hanno trovato ampio dissenso tra le popolazioni interessate, dove è difficile fermare l’iter. Io condivido e sostengo la mobilitazione della gente e voglio intervenire proprio affinché non cada nel vuoto».
Come fare, quindi? “Sto pensando una norma – anticipa Mazzolini – per bloccare le richieste di concessione già in essere per ridiscuterle. Credo troverà ampia convergenza politica, L’idea è di accettare soltanto quelle provenienti da enti pubblici, oppure anche dai privati che però siano accettate dal territorio e che lascino a quest’ultimo il dovuto indotto: in Fvg abbiamo esempi virtuosi come Secab e Società Idroelettrica Fornese, ed è a queste che guardiamo in quanto distribuiscono energia sul territorio a costi molti più bassi , dando di fatto un concreto aiuto economico a chi vive in montagna”. “Interesserò della faccenda il presidente Massimiliano Fedriga – conclude Mazzolini – per restituire alle nostre comunità quanto deriva dalle risorse idriche, senza che ci siano speculazioni da parte di terzi che non hanno a cuore il territorio».