Si infiamma in Fvg la polemica su controlli da parte degli esercenti.
Dopo la precisazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che esonera bar e ristoranti dal controllare i documenti dei clienti, che così devono presentare solo il Green pass per poter accedere all’interno dei locali, la polemica politica continua a tenere banco in Friuli Venezia Giulia.
- Niente controlli dei documenti da parte degli esercenti
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Verso il weekend di Ferragosto, controlli rafforzati in Friuli e attenzione sul green pass
“In un momento in cui gli operatori economici del Friuli Venezia Giulia, come del resto tutti i cittadini italiani, hanno bisogno di certezze e di rappresentanti delle istituzioni capaci di essere un punto di riferimento – lamenta l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti –, è inaccettabile la confusione generata dall’attuale ministro dell’Interno in merito al green pass per l’accesso a ristoranti e pubblici esercizi“.
L’esonero dal controllo dei documenti da parte degli esercenti arriva dopo l’intervento del Garante per la protezione dei dati che, rispondendo a un quesito avanzato dalla Regione Piemonte, ha di fatto contraddetto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e confermato che i titolari di ristoranti e bar possono chiedere i documenti ai clienti per verificare la corrispondenza tra questi e il Green pass.
Le critiche della Regione al Governo.
Roberti ha rimarcato che “la situazione di confusione generatasi nel giro di poche ore dall’introduzione dell’obbligo di possesso del Green pass e del relativo Qr code per accedere a una serie di attività, in seguito alle dichiarazioni del ministro sui controlli documentali da parte dei ristoratori, ha reso ridicolo un provvedimento finalizzato al contrasto del Covid-19 e vanificato il lavoro compiuto dagli esercenti già duramente colpiti da un anno e mezzo di pandemia”.
Per l’assessore regionale, “per far ripartire l’economia è fondamentale mettere le attività economiche nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza – ha concluso Roberti -. In una fase delicata come quella attuale, approssimazioni e interpretazioni contraddittorie dei provvedimenti che danneggiano le attività produttive non sono quindi accettabili e nemmeno rispettose nei confronti dei cittadini, degli imprenditori e dei loro dipendenti”.