La nuova sentenza per il crac della Banca Popolare di Vicenza
Pene confermate, ma praticamente dimezzate per i vertici della Banca Popolare di Vicenza, il cui crac ha messo in difficoltà migliaia di risparmiatori.
Ieri, nell’aula bunker di Mestre, la Corte d’Appello di Venezia si è pronunciata e ha inflitto 3 anni e 11 mesi all’ex presidente Gianni Zonin, che ha quindi beneficiato della prescrizione per due dei reati di cui era accusato.
“Rispetto al primo grado le pene sono state dimezzate – commenta Barbara Puschiasis dell’associazione Consumatori Attivi -: gli imputati si vedono le pene alleggerite, i risparmiatori ne escono un po’ con l’amaro in bocca. Sicuramente c’è un po’ delusione perché confidavano in una giustizia che potesse dare anche una sorta di pace morale alle centinaia di migliaia di risparmiatori che non si trovano ancora ad avere a chiuso i conti con la Banca Popolare di Vicenza”.
La situazione dei risparmiatori coinvolti, infatti, non è ancora risolta: “Ad oggi – continua Puschiasis -, ci sono ancora migliaia di persone che ricevono lettere di sollecito e di messa in mora da parte di Amco e Banca Intesa, e decreti ingiuntivi con i quali gli viene intimato il rientro delle linee di credito che gli erano state erogate per l’acquisto di azioni. Purtroppo, considerato il contesto economico, queste situazioni rischiano di diventare una tragedia portando le famiglie a perdere le loro case. Noi speriamo che il nuovo Governo prende l’impegno di risolvere la questione, convocando un tavolo con gli attori coinvolti e andando a chiudere definitivamente queste posizioni finanziarie riconoscendo la nullità di queste linee di credito erogate. Al di là del procedimento penale, quindi, la strada continua anche per questi risparmiatori. Rimane poi da vedere se qualcuno proporrà appello in cassazione”.