I nuovi collegi elettorali in Fvg.
Il governo ha confermato la composizione dei nuovi collegi elettorali prevedendo, per la Camera dei deputati, tre collegi uninominali (Trieste-Gorizia, Udine, Pordenone) in Friuli-Venezia Giulia e uno unico per il Senato. In quest’ultimo caso un senatore verrebbe scelto in maniera uninominale, ovvero dove passa chi ha più voti, e tre su base proporzionale, a seconda delle percentuali delle singole liste.
Per quanto riguarda la Camera i nuovi collegi sono stati così ridisegnati:
il collegio uno comprende la ex-provincia di Pordenone, con la Carnia, la Val Canale-Canal del Ferro, Venzone, Resiutta e Resia. Il collegio due, il resto della ex-provincia di Udine, a partire dalla zona di Bordano, Gemona e arrivando fino all’area di Lignano Sabbiadoro.
Il collegio tre comprenderà le ex province di Gorizia e di Trieste. Anche nel caso della Camera tre deputati eletti saranno eletti con l’uninominale, mentre cinque andranno in Parlamento con il proporzionale. In tutto i nuovi deputati saranno otto, rispetto ai tredici che si eleggevano prima, mentre i senatori quattro, da sette che erano.
Una riforma che ha incassato il veto dei partiti all’opposizione. Tra questi a ribadire il proprio sconcerto c’è il presidente del Patto per l’Autonomia, Markus Maurmair, dopo la denuncia di qualche settimana fa alla notizia dell’approvazione preliminare della nuova composizione.
“Dopo la riduzione dei parlamentari, da 20 a 12, la rappresentanza del Friuli-Venezia Giulia riceve un altro duro colpo”, afferma, sollecitando che “si corregga il sistema elettorale per garantire un minimo di pluralismo alle istanze territoriali, perché senza una clausola di salvaguardia delle minoranze linguistiche, allo stato attuale delle cose per i movimenti espressione del territorio regionale è negata la possibilità di una propria rappresentanza nell’assemblea legislativa statale, garantita in pratica soltanto ai rappresentanti dei partiti italian”», conclude Maurmair.
L’auspicio di Maurmari è che “i parlamentari friulani a Roma sappiano reagire a questa situazione difendendo gli interessi della minoranza friulana, come hanno fatto quelli sloveni a tutela della loro”.