Pubblicate le classifiche di Legambiente anche per le città Fvg.
Raccolta differenziata superiore al 65% e meno di 75 chilogrammi di rifiuto secco residuo per abitante nel 2019. Sono i parametri che rendono un comune “rifiuti free” e che gli aggiudicano il premio di Legambiente nell’ambito del concorso regionale comuni Ricicloni 2020. In tutto il Friuli Venezia Giulia sono 56 i comuni premiati, divisi per ex provincia e in tre categorie a seconda del numero di abitanti.
Per la ex provincia di Pordenone, nella categoria dei comuni con meno di 5 mila abitanti, si aggiudica il primo posto Cordovado, con 46,5 kg di rifiuto secco pro capite, 2,4 kg in meno rispetto all’anno precedente. Tra i comuni tra 5 e i 15 mila abitanti, Caneva è prima avendo raccolto 44,9 kg, dato leggermente più alto rispetto al 2018 (+1,7 kg). Cordenons, prima tra gli over 15 mila, ha raccolto invece 51,8 kg, 8 in meno rispetto all’anno precedente.
Passando all’udinese, il comune di San Vito di Fagagna (categoria under 5 mila) resta primo in classifica, raccogliendo ancora meno rispetto all’anno precedente, ovvero 35,6 kg (-2,7 kg rispetto al 2018). Infine, nella categoria tra 5 e 15 mila, Campoformido è primo con 43,8 kg (-3,2 kg rispetto al 2018).
Non ci sono comuni “rifiuti free” classificati nella categoria over 15 mila nell’ex provincia di Udine, così come nelle ex province di Trieste e Gorizia nessun comune scende sotto i 75 kg per abitante necessari per aggiudicarsi il premio. Nel triestino, 3 comuni raggiungono e superano comunque l’obbiettivo del 65% della raccolta differenziata, 23 nel goriziano.
La top ten assoluta, cioè senza divisione per ex province e abitanti, vede sul podio San Vito di Fagagna (35,6 kg), Lestizza (38,6 kg) e Campoformido (43,8 kg). Al quarto posto il primo comune del pordenonese, Caneva (44,9 kg).
Tra le città capoluogo, si conferma Pordenone la più virtuosa, con 68,3 kg di secco residuo raccolto, ben 12,8 in meno rispetto all’anno precedente. “Il circolo di Pordenone plaude Gea Spa e l’amministrazione comunale – dichiara Renato Marcon, presidente del circolo locale –, ma invita a non sedersi sugli allori. Tanto ancora si può fare, a partire dall’auspicata introduzione di un sistema di raccolta porta a porta spinto in tutta la città, la conseguente eliminazione dei cassonetti stradali, così difficili da controllare e fonte di degrado in diversi quartieri, e l’introduzione della tariffa puntuale, in modo da premiare i cittadini virtuosi”.
Udine supera con l’introduzione del sistema “porta a porta” la percentuale di raccolta differenziata del 65%, ma raccoglie quasi 3 volte di più la quantità di secco residuo rispetto a Pordenone, ben 200,8 kg. I circoli locali di Udine di Legambiente sottolineano che “l’economia circolare inizia con le scelte del cittadino consumatore anche nella riduzione della produzione del rifiuto. Bisogna investire sui condomini, sia nella fase di ascolto che di coinvolgimento delle famiglie nella migliore gestione dei conferimenti. Esistono già buone pratiche a cui riferirsi”. Il prossimo traguardo dell’amministrazione, dal punto di vista di Legambiente, dovrà essere “l’introduzione della tariffa puntuale e la creazione di un centro di riuso coordinato con le attività dei centri di raccolta. In tutti questi processi di cambiamento l’informazione di qualità diventa la risorsa fondamentale”.
Gorizia supera di poco la percentuale di raccolta differenziata richiesta per essere comune Riciclone, ma è ben lontano dall’essere “rifiuti free”, avendo raccolto nel 2019 162,6 kg di secco residuo per abitante. “Il circolo di Gorizia – dichiara Anna Maria Tomasich – auspica che le attività di sensibilizzazione e di educazione ambientale, messe in atto durante la campagna Puliamo il mondo, stimolino un miglioramento anche nel comportamento di tutti i giorni come la gestione domestica dei rifiuti da parte dei cittadini, anche i più attenti”.
Infine, la città capoluogo di regione, Trieste, non sfonda il muro della raccolta differenziata (solo 44,2%) e raccoglie 265,5 kg di secco residuo. “A Trieste – dichiara il presidente del circolo di Legambiente Andrea Wehrenfennig – la quota della raccolta differenziata deve assolutamente crescere, o tramite la raccolta porta a porta o tramite i cassonetti accessibili con tessera, in ogni caso responsabilizzando i cittadini che producono i rifiuti, in vista dell’introduzione della tariffa puntuale, ovvero chi produce più rifiuti paga di più. È urgente la creazione anche a Trieste di un centro del riuso, dove i cittadini possano scambiarsi gratuitamente oggetti in buono stato. Il Comune può ricorrere ai finanziamenti previsti dalla legge regionale, facendo tesoro delle positive esperienze del Centro “Maistrassà” di Gemona del Friuli e del Centro “Second life” di Bologna”.