Il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente.
Da un lato Pordenone che non solo migliora, ma entra addirittura sul podio delle città più attente all’ambiente; dall’altro il crollo di Udine, ma anche di Trieste mentre Gorizia mantiene la sua posizione: il quadro in chiaroscuro del Friuli Venezia Giulia emerge dal nuovo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, che stila la classifica delle città green d’Italia.
Il report, giunto alla 30esima edizione, è redatto in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e misura le performance ambientali di 105 Comuni capoluogo (dati 2022) sulla base di cinque macro-aree e 19 sotto-categorie: ambiente (isole pedonali, verde urbano, uso del suolo), aria (ozono, Pm10, Pm2,5), acqua (consumi e dispersione idrica), mobilità (trasporto pubblico, ztl, utenti del tpl, tasso di motorizzazione) e rifiuti (produzione e raccolta differenziata).
In base ai fattori considerati, Pordenone si piazza al terzo posto, dopo Trento e Mantova, migliorando di 4 posizioni rispetto all’anno scorso; Udine crolla dal 18esimo al ventinovesimo posto; Gorizia mantiene la 30esima posizione e Trieste scivola dal quindicesimo al venticinquesimo posto.
Le criticità ambientali dei nostri capoluoghi.
Entrando nello specifico dei singoli indicatori, Pordenone registra ottime performance per quanto riguarda la raccolta differenziata e la dispersione idrica (per entrambe è medaglia d’argento nazionale); è settima per solare pubblico, decima per il verde totale e 13esima per l’uso efficiente del suolo. I dati peggiori si registrano con i 79esimi posti per quanto riguarda gli utenti del Tpl e l’alto tasso di motorizzazione.
Udine, invece, si accontenta di una 23esima posizione, la migliore, sulla raccolta differenziata mentre; c’è poi il 31esimo posto per gli alberi e il 33esimo per i passeggeri del Tpl. Male le isole pedonali: è 92esima su 105 città; alti anche i consumi idrici domestici (72esima).
Per quanto riguarda Gorizia, il capoluogo isontino si piazza nella top ten sia per quanto riguarda gli alberi (settima) sia per il verde totale (ottava) mentre il dato peggiore riguarda l’offerta del trasporto pubblico (87esima) e, di conseguenza, gli utenti del Tpl (71esima).
Infine, il capoluogo regionale: anche Trieste è tra le migliori dieci città italiane su due indicatori, ossia gli alberi (terza) e il tasso di motorizzazione (sesta). Rimane nella Top 20 anche per l’offerta di trasporto pubblico, il verde totale e l’uso efficiente del suolo. Agli ultimi posti, invece, per ztl (98esima) e raccolta differenziata (90esima).
Il commento di Legambiente Fvg.
Secondo l’associazione ambientalista, le criticità maggiori delle nostre città riguardano la crescita di ozono e polveri sottili nell’aria, la scarsa presenza di isole pedonali e un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Europa. Si riducono, invece, il consumo d’acqua e la produzione dei rifiuti procapite e crescono le ciclabili.
“Le città – dichiara Sandro Cargnelutti, presidente regionale di Legambiente – vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura d’uomo, resilienti ai cambiamenti climatici nonché laboratori della transizione ecologica e sociale giusta. I prossimi anni saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030, obiettivi e temi che troveranno specifico approfondimento anche nel congresso regionale dell’associazione che si terrà sabato 28 di ottobre a Udine”.
“L’elemento più evidente che questa nuova edizione di Ecosistema Urbano ci restituisce -commenta Mauro D’Odorico referente per EU di Legambiente FVG – è la conferma che il cambiamento non riesce a decollare nonostante i miglioramenti che si registrano per diversi indicatori. Il risultato positivo di Pordenone che riconquista il 3° posto della classifica con un ottimo punteggio (81%) viene controbilanciato dalle modeste prestazioni delle altre tre città regionali”.
“Si registrano miglioramenti in alcune componenti ambientali ma permane la mancanza di una vera e propria strategia per i nostri sistemi urbani chiamati ad affrontare la crisi climatica e la riduzione delle emissioni climalteranti. E’ necessario superare l’approccio settoriale per costruire delle vere strategie urbane in grado di prefigurare le città di domani. Dei “cantieri urbani” per la neutralità climatica per uscire dalla cronica emergenza”.