Le incognite sulla riapertura di cinema e teatri in Fvg.
Una luce di speranza in fondo al tunnel. È quella che ha (ri)acceso il mondo di cinema e teatri in Friuli Venezia Giulia dopo la volontà di riaprire le strutture – soltanto in zona gialla – dopo il 27 marzo, secondo quanto prevede il prossimo Dpcm del governo. Il tutto, però, con un limite di capienza delle sale al 25% e fino a 200 posti. Insomma, dopo mesi di serrata buone notizie all’orizzonte, ma le incognite non mancano.
“Accogliamo la notizia con favore, ma le incertezze sono parecchie. Sarà tutto in ballo fino all’ipotetica data di apertura”. Predica prudenza Mario Failla, direttore del Cine Città Fiera nell’omonimo centro commerciale di Martignacco, realtà che conta su 11 sale e ha 14 dipendenti. “Le regole – prosegue – sono decisamente più stringenti rispetto a quelle successive al primo lockdown. Non basta il via libera del ministro Dario Franceschini, è necessario sentire le case di distribuzione. Se la ripartenza negli scorsi mesi era stata per tutti uguale, ora ci si trova a fare i conti con le zone. Bisognerà capire su quali prodotti potremo contare“.
Per la struttura che dirige, ospitata all’interno del Città Fiera, il problema è anche un altro. “Se rimarrà in vigore la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana, ci troveremo in posizione di svantaggio rispetto ai competitor e potremo lavorare soltanto cinque giorni su sette – fa notare Failla -. La sostenibilità sarà più complicata rispetto alla prima riapertura di mesi fa. E poi – conclude – sarà da valutare quanto le persone si fideranno a venire nuovamente al cinema visto che la pandemia da coronavirus in Fvg non è terminata”.
Bicchiere mezzo vuoto per Renato Manzoni, direttore dell’Ente regionale teatrale (Ert) del Fvg. “La capienza del 25% nelle sale è ingestibile – ammette -. Noi avevamo raddoppiato le repliche degli spettacoli a settembre e ottobre proprio per rimetterci in pari con gli abbonamenti. Ora, così è complicato”. Manzoni si augura che questo paletto sulla capienza sia provvisorio “e comunque faremo di necessità virtù. Un mese fa il teatro sembrava scomparso dai radar, pensare a una riapertura ora, presumibilmente in modo più strutturato dopo Pasqua, fa piacere”.
C’è, però, l’incognita delle fasce di rischio. “Se ci saranno, faccio un esempio, 15 regioni in fascia arancione e le altre in giallo, ecco che gestire le produzioni non sarà affatto facile. Certo – conclude Manzoni – meglio di niente, è arrivato un primo segnale. Ma le tante incognite restano”.