Gli interventi nei cantieri mettono a rischio anche alcuni uccelli.
È ormai appurato che i cantieri in corso e partiti quest’estate incentivati dal bonus 110%, hanno causato molti danni ai nidiacei presenti sul nostro territorio.
Sono infatti aumentate le richieste di intervento alle varie associazioni che si occupano della preziosa fauna selvatica che convive con noi. Più precisamente, come comunica la presidente dell’associazione “Liberi di volare”, Silvana Di Mauro, sono raddoppiate le accoglienze provenienti dai vari ambiti regionali ed effettuate dall’associazione. La onlus, situata in Strada di Fiume 527 a Trieste, è dotata di un CRAS – Centro di recupero per fauna selvatica – specializzato nelle specie migratorie protette di rondoni, rondini e balestrucci. Tra chi ne ha fatto le spese, non bisogna dimenticare però anche tanti altri piccoli animali come pipistrelli, gechi, insetti, roditori e piccioni che creano la biodiversità urbana e che sono andati a perdere i loro rifugi rischiando la decimazione.
“La legge dice no alle ristrutturazioni nei periodi di nidificazione, eppure con l’ecobonus molte non sono state sospese. Il loro è un nido per la vita e i loro habitat non possono venire distrutti. Quest’anno abbiamo avuto oltre 350 ricoveri.” sottolinea la Di Mauro. (Ricordiamo che la distruzione di nidi e l’uccisione di specie animali è vietata dalla legge 157/92 e dal Codice Penale ndr.) I volatili in questione sono importanti anche per l’agricoltura in quanto si nutrono di insetti dannosi. Purtroppo, però, gli interventi quest’estate sono stati svariati.
Un esempio riguarda il recupero di alcuni pulli: “Abbiamo recuperato tre piccoli che sono stati murati vivi dentro una parete. I rondoni avevano fatto il nido in una fessura ma nel frattempo era stata montata l’impalcatura e chiusa l’apertura. Per fortuna il proprietario ha sentito pigolare così ha deciso di spaccare il muro dando la possibilità di tirare fuori i piccoli. I genitori sbattevano perfino contro la parete per cercare di raggiungerli in qualche modo. Questa storia è a lieto fine ma molte altre purtroppo non lo sono state”.
Non sono solo i piccoli a rischiare: ci sono anche i giovani che sono pronti ad effettuare il primo volo fuori dal nido ma che, per farlo, hanno bisogno di un minimo di spazio, introvabile tra le impalcature. Proprio per questo, molti finiscono a terra rovinosamente con ferite più o meno gravi. Infine, se i genitori non riescono più a trovare il nido, i piccoli rimasti intrappolati vengono trovati spesso debilitati e affamati. Le problematiche dovute alla carenza nell’alimentazione -o causate dal mangime ‘fai da te’ di chi vorrebbe aiutarli ma senza competenze- posso creare danni al piumaggio con casi più o meno complessi che possono portare anche all’impossibilità per il volatile di migrare. Le associazioni che si occupano di volatili trattano proprio la riabilitazione e l’accoglimento dell’animale in difficoltà, tramite palestre di volo, stabilizzandolo e curandolo per poi essere rimesso in natura. Nei casi di problemi di piumaggio si vanno poi a trapiantare le penne valutando le tempistiche della loro partenza. La onlus ha inserito più di 300 nidi artificiali a Trieste e riceve volatili dai vari centri di recupero della regione, tra i quali il Centro faunistico di Terranova.
Anche il Centro di Terranova, gestito da Damiano Baradel, effettua riabilitazione di volo e soccorso ed ultimamente ha liberato alcuni esemplari di poiane e gheppi nei pressi dell’Isonzo (vedi articolo). Entrambe le strutture, inoltre, si occupano di didattica ambientale. A riguardo, “Liberi di Volare” ha in corso il progetto “Magia d’ali” nelle scuole regionali in collaborazione con il WWF. A questo proposito, a Forni di Sopra, prima della pandemia, sono stati montati con i ragazzi dei nidi di balestruccio per educare i più giovani al rispetto della natura e degli animali.
Ad ora, i rondoni e le rondini sono già partiti mentre in queste ultime settimane stanno partendo i balestrucci. Sulla costa, restano ancora i rondoni pallidi ed i rondoni maggiori. Oggi più che mai, la tutela dell’ambiente non è per niente scontata ed è necessario dare forma il più possibile ad un delicato equilibrio tra necessità di intervento ed impatto ambientale.