Il Fvg tra i più colpiti dalla stretta, l’allarme usura della Cgia di Mestre.
Continuano a diminuire i prestiti bancari alle piccole e micro imprese italiane e il Fvg è tra le regioni più colpite dalla stretta: a dirlo, è uno studio della Cgia di Mestre che lancia l’allarme per il rischio usura.
Secondo l’associazione di categoria tra il 2021 e il 2022 gli impieghi vivi alle aziende con meno di 20 addetti sono scesi di 5,3 miliardi di euro (-4,3 per cento), un problema non di poco conto che ha contribuito a diminuire il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità presenti nel Paese. Si tratta infatti di una platea di micro imprenditori costituita in massima parte da esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi.
E la nostra è tra le regioni che ha subito le maggiori contrazioni: se al primo posto, infatti, c’è la Liguria con una riduzione del 7,12 per cento (pari a 214,4 milioni di euro in meno), al secondo c’è proprio il Fvg che registra un meno 6,54 per cento (-177,8 milioni).
Lo studio della Cgia analizza poi i dati per provincia: Udine è 12esima in Italia, con una stretta del credito alle imprese con meno di 20 addetti che tra il 2021 e il 2022 ha segnato una diminuzione del 7,18 per cento, pari a 101,5 milioni di euro in meno dato che i prestiti sono calati da 1.412,8 1.311,3 milioni di euro. La seconda provincia più colpita del Fvg è Gorizia, al 20esimo posto, con un meno 6,48 per cento (pari a 17,8 milioni in meno), poi Pordenone, 30esima, con un meno 6,02 per cento (pari a una riduzione di 43,8 milioni); infine Trieste, 45esima, con meno 4,82 per cento (pari a 14,7 milioni di euro).
Una situazione che secondo l’associazione aumenta il rischio usura: “Sarebbe sbagliato accusare le banche di essersi “disinteressate” del popolo delle partite Iva – cita il documento -. Il mondo del credito, purtroppo, nell’ultimo decennio ha subito molte restrizioni imposte dalla Banca Centrale Europea in materia di erogazione del credito. Questi vincoli hanno aumentato enormemente la soglia del merito creditizio, “allontanando” tantissimi piccoli imprenditori dai canali ufficiali di approvvigionamento della liquidità. E tra questi ultimi, purtroppo, non sono nemmeno pochi quelli “caduti” nella rete tesa dagli usurai; un fenomeno, quello dello “strozzinaggio”, molto “carsico” e sempre più spesso “controllato” dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso che, nei momenti di difficoltà, sono gli unici soggetti che dispongono di ingenti quote di denaro pronte ad essere immesse nel mercato economico”.