Il paradosso della classificazione a zone per il Fvg.
Per l’Italia potrebbe diventare, da lunedì prossimo, zona gialla. Per l’Europa, invece, il Friuli Venezia Giulia si è tinto di rosso scuro. Paradossi della suddivisione in fasce di rischio che fotografano l’andamento del coronavirus e determinano le misure da intraprendere per limitare i contagi.
In Fvg, dopo i segnali di ottimismo della scorsa settimana, i dati sono in netto miglioramento. Secondo la bozza del monitoraggio da parte dell’Istituto superiore di Sanità, l’indice di contagio Rt sarebbe sceso a 0.68 in regione, contro lo 0.88 della rilevazione precedente. Lo stesso vale anche per gli altri parametri che determinano il rischio. Tutto, quindi, lascia ben sperare per un ritorno in area gialla a partire da lunedì, con minori restrizioni per la libertà di circolazione e la riapertura dei locali. Domani, il ministro Roberto Speranza deciderà ufficialmente di quale colore sarà il Fvg dalla prossima settimana.
L’altro lato della medaglia arriva da Bruxelles. L’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), agenzia dell’Unione europea che funge da centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, dopo una prima simulazione degli scorsi giorni, ha confermato il Fvg in zona “rosso scuro”. Questo, prendendo a parametro unicamente i casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni, senza considerare altri indici. Essere in “rosso scuro” presupporrebbe che per spostarsi all’interno dell’Ue un residente del Fvg (e anche della provincia autonoma di Bolzano, nella nuova mappa aggiornata oggi) dovrebbe sottoporsi a tampone prima di partire e a quarantena all’arrivo.
Una classificazione, quella europea, che ha mandato su tutte le furie il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, che l’ha bollata come “vergognosa”. “Chiediamo al Governo di intervenire subito a livello europeo per chiedere la correzione di questa mappatura – ha aggiunto il presidente – che, prendendo in considerazione un unico parametro, penalizza esclusivamente chi è in grado di fare molti tamponi, oltre a non poggiare su dati scientifici condivisi”. Non soltanto: “Questo meccanismo di valutazione della diffusione della pandemia produca danni gravissimi all’immagine dell’intero Nord Est con pesanti ripercussioni in particolare sul nostro comparto turistico” ha concluso Fedriga. Paradossi della classificazione a zone di rischio.