Paura della guerra nucleare, la rete (quasi) sconosciuta di bunker che ci sono in Fvg

I tanti bunker presenti in Friuli Venezia Giulia.

La notizia forse fa quasi sorridere, ma sta rimbalzando da alcuni giorni. La paura di un possibile conflitto nucleare ha fatto esplodere le richieste di bunker e rifugi antiatomici in tutta Italia. Lo assicurano gli stessi produttori di questi ripari blindati, in grado di resistere alle eventuali radiazioni e dove poter sopravvivere per giorni e giorni. Quello che forse sono in pochi a sapere che il Friuli Venezia Giulia è già disseminato di diversi tunnel e cunicoli costruiti subito dopo il 1945 e rinforzati durante tutto il periodo della guerra fredda. Circa 1400 bunker e 300 posti d’osservazione, che arrivano fino in Trentino. Perchè proprio dal confine orientale, si credeva, sarebbe potuta arrivare l’invasione sovietica.

I bunker presenti in Friuli.

Molti sono chiusi, di cui si è praticamente perso traccia. Ma molti in questi anni sono stati recuperati e diventati un’attrazione turistica. Chiariamo subito che le fortificazioni presenti in Friuli Venezia Giulia sono sostanzialmente di due tipi. C’erano i cosiddetti presidi permanenti con casermette e distaccamenti di guardia, e i bunker non presidiati, ma regolarmente ispezionati e sottoposti a manutenzione. Questi ultimi si trovano principalmente vicino alle strade o in prossimità dei ponti, sono stati abilmente mascherati e tra le rocce spuntavano cannoni e mitragliatrici pronti a sparare.

Un esempio di questo tipo è l’Opera 1 dell’ex sbarramento “Cherso” che si trova in prossimità del passo di Monte Croce Carnico. È composto da una rete di gallerie e di stanze predisposte per dormire. Così come l’Opera 4 a Ugovizza, conosciuta come “Forte di Beisner”, estesa mille metri sotto la collina del Monte Palla. Capita poi che qualcuno si ritrovi un bunker della guerra fredda nel giardino di casa. Come Purgessimo dove una coppia l’ha acquistato dal Demanio nel 1992 e da allora si occupa della sua manutenzione.

Tanti altri esempi di sbarramenti e tunnel costruiti pensando alle peggiori evoluzioni si trovano sul Carso fino al confine con la Croazia. Tra questi quello che si trova nel comune di Savogna d’Isonzo sotto la cima del monte Škofnik. Anche qui era stato creato un avamposto completamente chiuso, fatto di stretti corridoi.