Nel 2023, si è registrato un incremento del 120,4% di disposizioni rispetto all’anno precedente
Il Friuli Venezia Giulia è la regione che ha registrato il maggiore aumento di Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat) nel 2023 rispetto all’anno precedente, con un incremento del 120,4%. Questo dato evidenzia una crescente consapevolezza e interesse dei cittadini per il testamento biologico.
Nonostante questo significativo incremento, il Fvg, con 5.642 Dat depositate, una ogni 171 abitanti, figura solo all’ottavo posto in Italia in relazione alla popolazione maggiorenne. Le regioni con il maggior numero di testamenti biologici sono Abruzzo (uno ogni 134 abitanti), Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige ed Emilia–Romagna (tutte con uno ogni 143).
I dati dell’Osservatorio Dat dell’Associazione Luca Coscioni
In mancanza della Relazione del Ministero della Salute, che ai sensi della legge 219/2017 doveva essere pubblicata il 30 aprile, l’Associazione Luca Coscioni, attraverso il suo Osservatorio Dat, ha promosso un accesso agli atti generalizzato ai Comuni italiani per chiedere quante disposizioni sono state ricevute dall’entrata in vigore della legge a oggi e quante sono state trasferite alla Banca dati nazionale.
L’iniziativa, che segue a una precedente indagine condotta nel 2022, è tuttora in corso, e mira a fornire aggiornamenti sull’applicazione della legge sul testamento biologico nel 2023.
Complessivamente in Italia, i Comuni che hanno risposto ad almeno una delle due indagini sono stati 6.097, ossia il 77,2% del totale, con 4.533 enti che hanno fornito, come richiesto, un aggiornamento sui dati al 31 dicembre 2023.
Più in generale, sono 230.940 le Dat che risultano depositate nei 6.096 Comuni. Ciò significa, una DAT ogni 191 maggiorenni. A queste vanno aggiunte quelle dei Comuni che non hanno risposto e quelle depositate presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari, a cui la ricerca non ha avuto accesso.
Poche informazioni a disposizione dei cittadini
“Anche sul testamento biologico siamo costretti a sostituirci allo Stato nel fornire informazioni e servizi alla persona a causa dell’inazione delle istituzioni. E’ ciò che accade sul tema dell’aiuto medico alla morte volontaria, rispetto al quale, nell’inerzia del Parlamento sarà la Corte costituzionale a dover intervenire nei prossimi giorni per chiarire i confini del diritto esistenti, e siamo noi dell’Associazione Luca Coscioni a dover aiutare le persone che chiedono di interrompere una condizione di vera e propria tortura” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“A livello istituzionale non è mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema e anche in questo caso, come già accade in tema di morte volontaria medicalmente assistita, tocca a un’associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali. Particolarmente gravi i dati che abbiamo ottenuto circa il mancato inserimento delle Dat nella Banca dati nazionale. A una persona su 10 tra quelle che hanno depositato le disposizioni, senza questo inserimento non è garantito il rapido rispetto delle proprie volontà. Un malfunzionamento dovuto alla mancata formazione del personale da parte dei Ministeri competenti”, concludono dall’Associazione Coscioni.
Per una settimana un’équipe di medici, tra i quali il Dottor Mario Riccio, anestesista che aiutò Welby a morire e che curò la parte tecnica del primo suicidio medicalmente assistito in Italia, rafforzeranno il team di volontari del Numero Bianco (06\99313409) rispondendo a tutte le domande dei cittadini sulle Dat.