Stop della quinta Commissione del Consiglio regionale alle proposte approvate da altre quattro Regioni
Bocciate a maggioranza dalla quinta Commissione del Consiglio regionale Fvg le due proposte di referendum per l’abrogazione – totale o parziale – della legge sull’autonomia differenziata.
Entrambe a prima firma del capogruppo del Pd Diego Moretti, erano supportate da tutti i colleghi del suo gruppo consiliare, da quelli del gruppo Misto e dal Patto per l’Autonomia-Civica Fvg. La sola differenza tra le due proposte – elaborate sulla base di quanto già votato nel mese di luglio dai Consigli regionali di Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna – riguardava l’abrogazione totale o parziale della norma nazionale, che porrebbe a rischio i principi di uguaglianza, solidarietà e coesione nazionale.
Perdita di autorevolezza della Specialità Fvg
“La richiesta – ha spiegato Moretti in apertura della discussione – nasce dai pronunciamenti che ci sono stati nei Consigli regionali delle quattro Regioni. Le preoccupazioni inerenti l’applicazione normativa riguardano anche la possibile perdita di autorevolezza della specialità del Friuli Venezia Giulia in quanto, nelle more della definizione dei livelli essenziali di prestazione (Lep), importanti materie potranno essere devolute a Regioni ad autonomia differenziata, mentre quelle a statuto speciale dovranno eventualmente attendere un percorso di modifica statutaria”.
“Le legge Calderoli – come si legge nella relazione presentata dal capogruppo del Pd – consentirebbe alle Regioni ordinarie di avere funzioni e risorse maggiori di quelle riconosciute alle speciali. La norma Calderoli travisa, inoltre, lo spirito dell’articolo 116 che di fatto consente in maniera indiscriminata un trasferimento di tutte le competenze in blocco alle Regioni, snaturando quindi la ratio che apriva un ventaglio di competenze a geometria variabile”.
Viola il principio di solidarietà
Ampio è stato il dibattito sulle due proposte, che ha visto emergere pareri contrastanti. Secondo Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), firmatario soltanto della proposta per il referendum per l’abrogazione totale della legge 86, “la norma in questione è rischiosa in quanto viola il principio di solidarietà sociale e va contro i valori di uguaglianza delle comunità. Inoltre, è impensabile che si dichiari di poter concedere l’autonomia alle Regioni in una vasta gamma di materie, senza però esplicitare come saranno garantiti i livelli essenziali di prestazioni“.
Anche per Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, con la legge 86 “c’è il rischio di rendere ordinaria la specialità del Fvg. La norma così come oggi si presenta è inapplicabile e ciò è dovuto alla mancanza di definizione dei Lep“.
Opportunità da cogliere per la Maggioranza
Completamente diversa la posizione della Maggioranza, per la quale la legge 86 è invece un’opportunità da cogliere per migliorare ancora di più la specialità del Friuli Venezia Giulia. Antonio Calligaris, capogruppo leghista, ha espresso la propria contrarietà alle due proposte referendarie ricordando le parole del giurista Sabino Cassese che “sulla norma 86 ha detto che l’autonomia differenziata non potrà causare ulteriori differenze regionali, che allo stato attuale già esistono per ragioni storiche”. In merito alla preoccupazione espressa dalle Opposizioni sulla perdita di specialità del Fvg, l’esponente della Lega ha ricordato la clausola di maggior favore per le Regioni a statuto speciale, “per cui sino all’adeguamento dei rispettivi statuti si possono applicare le disposizioni che prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite”.
Medesima posizione quella di Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente, che pur riconoscendo le complessità della norma ha evidenziato che “si tratta di una grande opportunità per il Friuli Venezia Giulia, la strada giusta da perseguire“.
In chiusura l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, sulla scia dei colleghi consiglieri della Maggioranza ha ribadito che “la legge 86 è un’opportunità per avere nuove competenze e, inoltre, un elemento di garanzia per la specialità del Fvg è il fatto che la Regione lavora a un tavolo condiviso con le altre Regioni a statuto speciale”.