La legge sul biotestamento esiste da cinque anni: in Friuli l’hanno scritto in 4.500.
Biotestamento, la legge esiste ma pochi lo sanno: in Italia solo 185.500 persone hanno depositato il proprio testamento biologico, e in tutto il Friuli Venezia Giulia lo hanno fatto solo in 4.516. Un po’ poco, per una legge in vigore da cinque anni, che riguarda, inevitabilmente, tutti.
Ma di cosa si tratta, in particolare? Il testamento biologico, in sostanza, consiste nelle Dat, ovvero Dichiarazioni anticipate di trattamento. Attraverso le quali ciascuno può decidere come essere accompagnato, in caso di necessità, alla morte: interruzione delle cure, accanimento terapeutico, trattamenti salvavita, nutrizione, idratazione.
Il documento, una volta depositato da un notaio o negli uffici competenti dei Comuni di residenza, deve poi essere inviato alla Banca Dat del ministero della Salute, per essere in seguito a disposizione delle strutture sanitarie.
Approvata nel 2017.
La legge è stata approvata nel 2017, dopo lunghe battaglie, anche sulla scia della tragedia di Eluana Englaro. Ma gli italiani, friulani compresi, sembrano averla ignorata. Per questo l’associazione Luca Coscioni si rivolge ora al ministro della Salute Orazio Schillaci, denunciando la disinformazione sull’argomento e la mancanza di una campagna istituzionale.
Numeri alla mano, solo lo 0,4% degli italiani ha scritto il proprio testamento biologico. Da oggi, 30 gennaio, al 3 febbraio, l’associazione Coscioni mette quindi a disposizione un “numero bianco” con l’obiettivo di informare i cittadini su questioni come fine vita, suicidio assistito, cure palliative.