Il consigliere pattista denuncia “storture” in riforma enti locali Fvg.
“Un pastrocchio normativo le cui conseguenze ricadono, come avevamo previsto, sulle comunità montane”. È il consigliere regionale di Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli a denunciare quelle che definisce “le difficoltà” in merito alla riforma degli enti locali una volta abolite le Unioni territoriali intercomunali. Una riforma che, lo ricordiamo, ha previsto due distinte Comunità di montagna in area pordenonese “dopo che, in aula – spiega Bidoli –, sono state prorogate ancora una volta le scadenze relative ad adempimenti dei nuovi enti con un emendamento dei consiglieri leghisti Stefano Turchet e Antonio Calligaris. La regolazione dei rapporti tra le due Comunità potrà avvenire entro il 30 giugno, non più entro il 30 aprile, e il via libera agli statuti potrà essere dato entro il 15 giugno, non più entro il 31 maggio”.
Il consigliere denuncia un percorso legislativo “fatto di emendamenti arrivati in aula in zona Cesarini – prosegue –. Non fosse stato così, sarebbe già operativa un’unica Comunità di montagna del Friuli occidentale al posto delle attuali due. Inoltre – continua Bidoli – è stato un percorso di svariate modifiche alla norma per definire con quale maggioranza dovessero essere approvate le deliberazioni in Conferenza dei sindaci e ai ritardi di questi giorni, ingiustificabili. A farne le spese sono i Comuni montani, che pagano le responsabilità di altri”.
Bidoli ricorda, infine, di aver presentato un subemendamento, “bocciato in aula dalle forze di centrodestra, che alle proroghe proposte dalla maggioranza aggiungeva un rinvio di 6 mesi del termine di scioglimento della Uti Valli e Dolomiti Friulane e Uti Livenza-Cansiglio-Cavallo. Questo – osserva – avrebbe consentito ai Comuni di attuare un’efficace transazione al nuovo ente ed evitare loro ricadute negative, preparandosi adeguatamente alla ripartizione di risorse umane, strumentali e finanziarie, ma soprattutto alla definizione delle funzioni”.