Raffica di rincari in Istria: la prima estate senza kune smette di essere low cost

Aumentati i prezzi in Istria.

La bellezza del mare e delle piccole baie è rimasta la stessa, i prezzi, purtroppo, no: dopo l’entrata nell’euro (e con l’inflazione), l’Istria (e la Croazia in generale) ha registrato una raffica di rincari, al punto che i tanti turisti italiani e stranieri che la sceglievano come meta di vacanze low cost ci stanno ripensando.

Una pallina di gelato è arrivata a sfondare i 2 euro (per toccare punte di 4 euro), per un caffè a Rovigno si spendono anche 2,10 euro, per uno spritz a Novigrad si sganciano fino 7 euro. Prezzi cui i frequentatori di quelle coste non erano abituati.

E le conseguenze, a quanto pare, non mancano: lo scorso aprile, si parlava di rincari fino al 20 o 30 per cento per le strutture ricettive e i servizi di ristoro, ma pareva che le prenotazioni non avessero subito ripercussioni negative. In questi giorni, invece, il turismo croato ha fatto i conti con una realtà diversa.

Su diversi giornali croati (tra cui La Voce del Popolo) vengono infatti riportati i dati delle presenze che vedono un giugno in calo rispetto agli anni precedenti mentre si registrano prenotazioni più caute e disdette per le strutture ricettive. A lamentarsi del caro-prezzi sono soprattutto gli stranieri, compresi gli austriaci, tra i maggiori frequentatori di quei mari.

Sui social nostrani ci sono molti commenti sul tema e foto di scontrini che hanno scatenato il dibattito e lo spauracchio dell’impennata spinge molti a chiedere informazioni sulle varie pagine, per non avere brutte sorprese una volta sul posto. Sarà solo a fine stagione, però, che si capirà quanto l’impennata di prezzi abbia condizionato effettivamente il turismo in Istria e Croazia.