L’aumento dei casi di morti e infortuni sul lavoro in Fvg.
L’ultima vittima si è registrata oggi. Si chiamava Daniele Zacchetti, era di origini venete e aveva 58 anni l’uomo deceduto oggi nel porto di Trieste dopo essere stato schiacciato sotto il braccio meccanico di una gru. Un infortunio mortale, che non gli ha dato scampo e, nonostante i tempestivi soccorsi, la regione si trova a piangere un altro caduto sul lavoro.
In Fvg un forte aumento dei casi.
Ad allarmare sono i dati, diffusi oggi dalla Cgil Fvg. Al 31 ottobre, gli infortuni sul lavoro in regione erano 12.930, ben 1.740 in più rispetto al 2020 quando il dato si era fermato a 11.190. Di questi, nel 2021, ben 11.205 sono legati a industria e servizi. Quest’anno, si sono registrate 5.290 denunce di infortunio sul lavoro a Udine, 2.985 a Pordenone, 2.749 a Trieste e 1.906 a Gorizia.
Crescono anche i decessi.
Ad aumentare, purtroppo, sono anche gli incidenti con esiti mortali. Nel 2020, al 31 ottobre i morti sul lavoro in Fvg erano 15, quest’anno allo stesso giorno erano 21, ben 6 in più. Dodici morti si sono registrati in provincia di Udine, 5 a Pordenone, 2 ciascuno per Gorizia e Trieste.
I sindacati: “Superati anche i numeri 2019”.
Numeri, insomma, che fanno riflettere. “Il sensibile aumento degli infortuni e la tragica impennata di quelli mortali non possono essere considerati fatti episodici, ma impongono a tutte le parti in causa, imprese, mondo del lavoro, istituzioni, una profonda riflessione e misure concrete da un lato per garantire il rispetto delle misure di prevenzione, dall’altro per promuovere nei fatti una vera cultura della sicurezza. Cultura che stenta a imporsi e che sembra anzi segnare il passo in questa difficile fase economica, ancora duramente segnata dagli effetti della pandemia”. Questa la riflessione del segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia, Villiam Pezzetta. “Il numero di infortuni mortali – rimarca Pezzetta – è purtroppo in forte crescita e già a fine ottobre eravamo a 21 casi, 6 in più del 2020 e lo stesso numero che si era toccato nell’intero 2019, a riprova di un’escalation dei casi confermata anche dall’aumento degli infortuni complessivi, cresciuti del 15% rispetto al 2020, e non soltanto per effetto di un incremento delle ore lavorate. È proprio alla luce di questi dati – conclude il segretario regionale della Cgil – che abbiamo sollecitato gli assessori alla Salute e al Lavoro, in sede di confronto sulla finanziaria, a un incremento delle risorse destinate ai servizi di prevenzione e vigilanza delle aziende sanitarie“.